La Nuova Sardegna

Olbia

Calangianus: maxi multa del Ministero al Comune per il restauro di Palazzo Corda

di Pietro Zannoni
Calangianus: maxi multa del Ministero al Comune per il restauro di Palazzo Corda

Le accuse del consigliere d’opposizione Melis, l'amministrazione sotto accusa per le persiane in pvc e le decorazioni cancellate

16 gennaio 2020
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CALANGIANUS. L’opposizione punta il dito contro il restauro di Palazzo Corda, storico edificio di 120 anni su cui la cura di bellezza autorizzata dal Comune ha sortito l’effetto contrario. Al punto da meritare una maxi multa di oltre 77mila euro dal ministero dei Beni culturali. Un danno gravissimo per la comunità di Calangianus che il consigliere Simonetta Melis, capogruppo d’opposizione, denuncia con toni altissimi. Già nel giugno 2019 con un’interrogazione, la minoranza aveva paventato la possibilità del decreto sanzionatorio per lavori non autorizzati e danni apportati al Palazzo Corda. Ipotesi che si è concretizzata. «L’amministrazione Loddo, approvò il progetto per il restauro conservativo e ottenne 850 mila euro. Con l’amministrazione Albieri – attaccano – il progetto è stato stravolto, eseguiti lavori non autorizzati e realizzate opere non previste nel progetto. Le decorazioni di notevole pregio, risalenti a circa 120 anni fa, sono state scelleratamente cancellate e sostituite da discutibili dipinti affidati a maestranze senza certificata e comprovata competenza. Le persiane vengono inspiegabilmente realizzate in pvc invece che in legno».

Simonetta Melis sottolineacome le colpe dell’amministrazione comunale rischiano ora di cadere doppiamente sulla comunità. Non solo per il danno causato al patrimonio storico di Calangianus, ma anche per la multa destinata a ricadere sulle tasche dei cittadini. «Altro che “menar vanto sui social e a mezzo stampa”, per aver approvato per tempo il bilancio di previsione, “obiettivo storico mai raggiunto prima”, senza rendersi conto che con il loro operato rischiano di mandare a gambe all’aria il già precario equilibrio economico patrimoniale dell’ente», accusa il consigliere di minoranza. «Non so se altri interventi previsti in progetto siano stati realizzati, inutile il tentativo dell’architetto responsabile del restauro di difendere, agli occhi della soprintendenza e del ministero dei Beni culturali il disastroso restauro».

La Soprintendenza, provinciale e nazionale, racconta Simonetta Melis «ha inevitabilmente inflitto una sanzione pecuniaria di 77.315 euro, per il danno arrecato al palazzo, accertata l’impossibilità di poter porre rimedio ai notevoli danni arrecati, con l’obbligo di ripristinare la situazione preesistente. Sul Comune grava come un macigno l’obbligo di ripristinare il tutto con un notevole esborso da parte dei cittadini calangianesi, di centinaia di migliaia di euro». Il consigliere di opposizione va poi all’affondo politico. Accusa il sindaco di aver tenuto nascosto quanto succedeva alla comunità e al consiglio comunale che rappresenta la cittadinanza. «Mai è stata data comunicazione dei fatti in consiglio comunale e nessun riferimento vi è nei documenti allegati al bilancio – concludono –. Nessun accantonamento per pagare la sanzione e il ripristino, nessuna comunicazione alla Corte dei conti. La maggioranza fa ricadere sui cittadini i suoi grossolani errori. Al sindaco, all’epoca responsabile dell’ufficio tecnico e firmatario di uno stato di avanzamento dei lavori, per questo informato già nel novembre 2017, il consiglio di approfondire lo studio delle norme sull’ente che amministra, per evitare danni evidenti alle casse comunali e penose figure davanti agli organi preposti alla tutela dei beni culturali».

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