La Nuova Sardegna

Olbia

Incentivi in busta paga per i cacciatori di evasori

di Giandomenico Mele
Incentivi in busta paga per i cacciatori di evasori

Più soldi alla task force del Comune impegnata nel recupero dell’Imu e della Tari La mancata riscossione dei tributi dal 2017 ha bloccato in cassa 13 milioni di euro

15 gennaio 2020
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OLBIA. La nuova task force del Comune contro gli evasori parte da un po’ di soldi in più in busta paga. Si chiamano incentivi per la gestione delle entrate. Consistono in un trattamento economico accessorio al personale coinvolto nel raggiungimento del recupero dell’evasione Imu e Tari. Il Comune ha aperto da tempo la caccia agli evasori. Utenze non registrate, che per la tassa sui rifiuti si traducono spesso in una marea di spazzatura nelle strade. Ma soprattutto in mancati introiti per le casse pubbliche. Stesso discorso per l’imposta municipale unica. Mancati incassi e finti residenti o abusivi.

Più soldi. Per questo il personale del Comune viene chiamato a fare gli straordinari, con lavoro in più e un obiettivo dichiarato: scovare gli evasori. Il Comune di Olbia ha così creato un fondo, secondo le disposizioni di legge, con l’obiettivo di potenziare le attività di recupero dell’evasione tributaria. L’ente ha predisposto un regolamento che definisce per ogni anno la costituzione di un fondo in cui confluiscono le risorse destinate agli incentivi e all’aumento delle risorse degli uffici che hanno il compito di scovare gli evasori. Questo è stato quantificato provvisoriamente nella misura del 5% delle entrate calcolate nel bilancio di previsione a titolo di recupero dell’evasione dell’imposta municipale propria (Imu) e della tassa sui rifiuti (Tari).

Incentivi. Gli incentivi complessivamente corrisposti in un anno al singolo dipendente non possono superare l’importo del 15% dello stipendio, comprensivo di tredici mensilità. Una bella cifra, comunque. Un incentivo che testimonia quanto il Comune tenga al recupero di somme che spesso, soprattutto in passato, diventavano la voce più importante del fondo per crediti inesigibili. Dunque soldi che venivano messi a bilancio, ma che non sarebbero mai stati recuperati.

Fondo crediti. Il Fondo crediti di dubbia esigibilità rappresenta un accantonamento di risorse che gli enti devono stanziare nel bilancio di previsione al fine di limitare la capacità di spesa alle entrate effettivamente esigibili e che giungono a riscossione, garantendo in questo modo gli equilibri di bilancio. Il principio della contabilità finanziaria prevede criteri puntuali di quantificazione delle somme da accantonare, secondo un principio di progressività che - a regime - dispone che l’accantonamento sia pari alla media del non riscosso dei cinque anni precedenti. La mancata riscossione di tributi e tariffe iscritti in bilancio ma non incassate ha bloccato dal 2017 nei conti del Comune la cifra monstre di 13 milioni di euro, per evitare di finanziare spese reali con entrate teoriche, iscritte a bilancio ma non incassate. Si tratta di un mare di denaro, più o meno l’equivalente di quello che il Comune aveva previsto di incassare nel triennio 2017-2019 con l’addizionale Irpef.

Flop riscossione. Il Fondo crediti di dubbia esigibilità è dunque proporzionale ai mancati introiti del Comune di Olbia negli ultimi cinque anni e rappresenta un termometro degli inceppamenti nella macchina della riscossione: dal 2017 le regole contabili chiedono di accantonare il 70% delle mancate riscossioni, fino al 100% del 2019. Olbia aveva accantonato: 3 milioni 725 mila euro nel 2017; 4 milioni 440 mila euro nel 2018 e 5 milioni 224 mila nel 2019.

Risorse umane. Rientrano nelle attività di accertamento tutte quelle svolte dal personale che si occupa della gestione delle entrate che comportano il recupero di Imu e Tari. Le risorse economiche che saranno distribuite al personale a questo titolo sono comprese nella parte del fondo per le politiche delle risorse umane e della produttività, definite dal piano delle performance o in altri analoghi strumenti di programmazione.

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