La Nuova Sardegna

Olbia

Cinghiali, polemica sull’abbattimento

Cinghiali, polemica sull’abbattimento

La Maddalena, comunità divisa tra i sostenitori e chi critica la crudeltà dei metodi

21 gennaio 2020
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LA MADDALENA. Il Parco finisce nella bufera per la campagna di abbattimento dei cinghiali avviata il 14 gennaio, ma anche per alcune immagini pubblicate dai cittadini sui social di animali morenti sul ciglio della strada. Le polemiche hanno costretto l’ente guidato dal presidente Fabrizio Fonnesu a rispondere punto per punto con delle note su Facebook alle accuse. La comunità isolana si divide tra chi esulta per la morte dei cinghiali a opera dei cacciatori assunti dal Parco. E chi invece critica la crudeltà a cui gli animali vengono sottoposti, vittime incolpevoli dell’introduzione a Caprera e Spargi negli anni ’80 da parte dell’uomo.

Il Parco ricorda le motivazioni che lo hanno spinto a intervenire. In realtà già in passato era stata adottata questa stessa procedura ma senza risolvere il problema. «La presenza incontrollata sta creando problemi di sicurezza per le persone, legate al rischio di incidenti e al proliferare di zecche. Oltre a ciò, ed è sotto gli occhi di tutti, la devastazione del sottobosco e della macchia che sta minacciando la biodiversità vegetale e animale. Su quest’ultimo punto il Parco era obbligato per legge a intervenire. C’è anche però chi soffre per una questione di empatia nei confronti di animali abituati alla presenza dell’uomo. Si tratta di una sensibilità più che rispettabile e di obiezioni comprensibili, soprattutto perché, per risolvere il problema, si è stati costretti all’utilizzo di mezzi cruenti come l’abbattimento o la cattura in gabbie». È nato anche un gruppo su Facebook “Io sto con i cinghiali” che racchiude quelle sensibilità che fino a oggi, su questo tema non erano emerse. E a chi chiede perché il Parco non abbia ricorso a metodi meno cruenti, come la telenarcosi, l’ente risponde che «al momento abbiamo iniziato le attività in questo modo perché l'Ispra ci ha chiesto di iniziare vista l'emergenza. A fine febbraio sarà pronto un vero e proprio piano di eradicazione, elaborato da un tecnico faunista che potrà prevedere altri metodi di abbattimento».



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