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Rinagghju e Pischinaccia, un altro coro di no alla vendita

Rinagghju e Pischinaccia, un altro coro di no alla vendita

TEMPIO. L’alienazione dei compendi di Rinagghju e Pischinaccia continua a far discutere. Secondo alcuni, a preoccupare maggiormente sono le voci sui nomi dei possibili acquirenti, tenuti, invece,...

21 gennaio 2020
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TEMPIO. L’alienazione dei compendi di Rinagghju e Pischinaccia continua a far discutere. Secondo alcuni, a preoccupare maggiormente sono le voci sui nomi dei possibili acquirenti, tenuti, invece, rigorosamente segreti dal loro rappresentante legale, l’avvocato Salvatore Deiana e anche dalla stessa amministrazione comunale.

Sulle ultime dichiarazioni di Gianni Addis e Francesco Quargnenti, intervengono, con due diversi comunicati: l’ex consigliere comunale Marcello Doneddu, nota figura della cultura gallurese più che della politica, e Nicola Luciano, segretario del Pci tempiese.

«Ad arrampicarsi sugli specchi, come sta facendo l’attuale allargata maggioranza tempiese - scrive Doneddu -, si rischia di scivolare nel ridicolo. Che in comune si fosse già arrivati ai titoli di coda l'avevamo capito tutti dal pirotecnico botto conclusivo della vendita di Rinagghju. Non avevamo capito, invece di essere arrivati alle comiche finali». “Di tristezza”, invece parla il segretario del Pci tempiese Nicola Luciano. Per il quale «l’ormai inesistente giunta Biancareddu ha solo fretta di concludere l'oscura vendita dei due compendi di Pischinaccia e Rinagghju. Nella giornata di domenica - scrive ancora Luciano - ad intervenire sulla vendita dei due complessi stato l’ineffabile assessore Quargnenti che interessato da altre vicende giudiziarie-politico-amministrative, ha tentato di distrarre l’attenzione da ciò che lo riguarda, arrampicandosi sugli specchi per giustificare l’incredibile vendita di Rinagghju. Contro la quale, se attuata - conclude Luciano -, il nostro partito ricorrerà alla Corte dei Conti». (a.m.)



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