La Nuova Sardegna

Olbia

Vent’anni di pasti e sorrisi per la mensa dei poveri

Vent’anni di pasti e sorrisi per la mensa dei poveri

Da via Angioy a via Canova: dal 22 gennaio 2000 si accolgono gli ospiti a tavola La missione del gruppo di volontariato vincenziano per aiutare chi ha necessità

21 gennaio 2020
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OLBIA. «Sono passati vent’anni. E sembra ieri. Ricordo ciò che ci disse il vescovo Paolo Atzei il giorno dell’inaugurazione: “Dovete accogliere chiunque si presenti. Senza distinzione di colore, razza o religione”. Ed è quello che abbiamo fatto». Silvana Leoni, presidente del gruppo di volontariato vincenziano, racconta i 20 anni della mensa dei poveri. Un traguardo che verrà festeggiato silenziosamente domani, ma che in primavera si trasformerà in un grande evento solidale. Ogni giorno, all’ora di pranzo, da quel 22 gennaio del 2000, si spalancano le porte della mensa. Per offrire un pasto caldo in una cornice di affetto e sorrisi.

La storia. Tutto è cominciato in via Angioy. E’ lì che le persone in difficoltà si mettevano in fila, prima di sedersi a tavola. «In quel periodo - racconta Silvana Leoni - il pranzo andavamo a ritirarlo già pronto nelle cucine della Solaria, l’azienda che preparava anche i pasti per le mense scolastiche. Ancora, non eravamo attrezzati per cucinare. Poi, pian piano, acquistammo una cucina e iniziammo a preparare il pranzo in mensa».

Gli ospiti. Tante cose, rispetto a vent’anni fa, sono cambiate. A partire dagli ospiti. «Nei primi tempi - continua la presidente del gruppo di volontariato vincenziano - erano perlopiù disadattati del posto, tossicodipendenti, sbandati che trascorrevano il loro tempo sulle panchine delle piazze. E suor Agnese li andava a chiamare per invitarli al pranzo: ma capirono presto quanto fosse importante contare su un pasto caldo e non ce ne fu più bisogno. Nel frattempo i tavoli si riempivano sempre di più e aumentavano gli stranieri immigrati. Oggi ci sono molte famiglie locali e tanti giovani, anche stranieri, con poche possibilità economiche ma intraprendenti e volenterosi».

Il locale. Gli spazi di via Angioy, col passare del tempo, cominciavano a diventare stretti, ma non c’erano alternative. Poi 5 anni fa il trasferimento nella sede di via Canova: grazie al Comune che ha dato i locali in comodato d’uso e ai Lions che hanno finanziato i lavori di ristrutturazione. «Così siamo passati da una piccola sala da pranzo e da un angusto ambiente per la cucina a un locale spazioso con una cucina attrezzata e una capiente dispensa. Tutto ciò ci ha anche consentito di garantire un servizio 7 giorni su 7, mentre prima erano esclusi i festivi».

La solidarietà. «La solidarietà continua a crescere: oggi più che mai - prosegue la Leoni - sono tante le persone e le aziende che ci supportano e ci consentono di andare avanti: penso che in molti capiscano quanto importante sia il nostro servizio per la città».

I volontari. Ciò che più riempie di gioia la presidente, «è l’entusiasmo, come nel primo giorno di apertura, di tutti noi volontari (circa 40):è un grande dono quello che il Signore ci ha dato, permettendoci di metterci a disposizione dei nostri fratelli che si trovano in difficoltà. L’augurio è che la nostra mensa possa continuare a essere nel tempo un punto di riferimento per chi ha necessità. E se un giorno il servizio dovesse cessare, dovrebbe essere solo perché non ci sarà più nessuno che ne avrà bisogno».

I numeri. Ogni giorno alla mensa di via Canova si servono pasti per 70 persone. Ma ogni venti giorni i volontari distribuiscono a 30 famiglie un pacco viveri completo. Ad alcune, il gruppo di volontariato vincenziano dà anche un mano per le bollette, per la bombola del gas e per l’affitto. A questo proposito arriva un appello: ci sono tante persone (anche ragazze madri) che si spezzano la schiena per mettere da parte qualche soldo, ma hanno bisogno di una casa a un prezzo più vantaggioso. Chi ne avesse una a disposizione, può farsi avanti.

Meno plastica. Anche il gruppo di volontariato vincenziano, vuol dare un aiuto all’ambiente. Così comprerà presto una lavastoviglie per diminuire l’uso della plastica. (s.p.)

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