La Nuova Sardegna

Olbia

Biancareddu su Rinagghju «Non è una vendita al buio»

di Angelo Mavuli
Biancareddu su Rinagghju «Non è una vendita al buio»

L’ex sindaco e assessore regionale replica alle accuse del gruppo dei contrari «Verrà pubblicato un bando e chi dovesse vincerlo dovrà dare precise garanzie»

24 gennaio 2020
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TEMPIO. «La vendita di Rinagghju e Pischinaccia per Tempio è una opportunità da non perdere». A dirlo è l’ex sindaco Andrea Biancareddu, assessore regionale alla Pubblica Istruzione che segue con molta attenzione anche le vicende della sua città. Prima di addentrarsi nei meandri della vendita di cui in questi giorni si parla, Andrea Biancareddu si sofferma sui progetti che hanno preso il via durante il suo mandato di sindaco di Tempio. «Mi piace ricordare, per i più distratti, che sulla Pischinaccia l’attenzione dell’amministrazione finora è stata massima. Lo dimostrano i tre milioni di euro che il mio esecutivo ha ottenuto per la realizzazione di una serie di opere fra cui un parco inclusivo anche per disabili, che darà nuova vita e nuova linfa ad un sito che sino all’arrivo in Comune dell’attuale giunta non aveva avuto particolari attenzioni, se si escludono i lavori per la Palazzina Comando, oggi sede regionale dell’Eurispes. Se posso spendere un’ulteriore parola per quel bellissimo piazzale, che sogno come una sorta di “Campus universitario”, dove bambini, ragazzi, giovani e meno giovani possano andare a praticare le loro attività preferite singolarmente o in gruppo, mi sia consentito spezzare una lancia a favore anche del piazzale sterrato della chiesa parrocchiale del Sacro Cuore. Frequentata quotidianamente da centinaia di fedeli e che avrebbe necessità di essere per lo meno asfaltata».

Si infiamma, invece, Biancareddu, quando commenta i mille pareri sull’alienazione o meno di Rinagghju. «Dato per scontato che in democrazia sono tutti liberi di esprimere il proprio parere, occorre anche ricordare che sempre, prima di parlare, occorre collegare la lingua al cervello. Quanto ho sentito e letto in questi giorni da parte di chi è contrario alla vendita dei due compendi di Pischinaccia e Rinagghju, è fuori da ogni logica amministrativa e rasenta, nei casi più gravi o la malafede politica se non il parossismo. In sintesi - spiega Biancareddu - voglio ricordare che non è maturata finora nella giunta tempiese alcuna scelta. Ricordo anche che l’eventuale decisione di vendita o alienazione di un bene pubblico non può avvenire a trattativa privata ma con la pubblicazione di un bando di 60/90 giorni. Chi eventualmente dovesse vincere il bando dovrà garantire la realizzazione delle opere elencate nel bando con allegata fideiussione». Biancareddu, che conosce le norme della pubblica amministrazione, ricorda anche che in caso di inadempienza agli impegni da parte del compratore o dei compratori «gli stessi, oltre a dover pagare tutta una serie di penalità, perderanno la fideiussione versata a inizio rapporto, e ovviamente la possibilità di entrare in possesso del compendio. La cui titolarità dovrà rimanere al Comune sino al compimento integrale del progetto presentato. Non una vendita al buio, quindi, quella di cui tanti sbraitano in questi giorni, ma una analisi attenta di legittime proposte giunte da privati e che l’amministrazione comunale ha l’obbligo di analizzare con attenzione. Tutto il resto - conclude Biancareddu in gallurese -, è “fumaccia”, nebbia cioè, dietro cui nascondere, i propri fallimenti politici e non solo.

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