La Nuova Sardegna

Olbia

Provincia verso la rinascita La Regione: voto a giugno

di Serena Lullia
Provincia verso la rinascita La Regione: voto a giugno

Partecipata cerimonia di insediamento del sub-commissario in via Nanni  Il segretario Upc Satta: «Speriamo non ci siano vecchie sceneggiate in Consiglio»

12 febbraio 2020
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OLBIA. Immortale. La provincia di Olbia-Tempio risorge dopo una morte apparente lunga sette anni. I Riformatori, orgogliosi promotori del referendum anti-casta, nel 2012 ne avevano sancito la fine insieme alle sorelle di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano e Ogliastra. Ma la Gallura autonoma è destinata a ritornare. Da vero highlander. Con lo stesso numero di consiglieri e assessori, le stesse competenze. E il tipo di elezione. L’assessore regionale agli Enti locali, Quirico Sanna, dà l’annuncio nell’aula consiliare della ex provincia di Olbia-Tempio. Per l’esponente sardista della giunta Solinas la rinascita della Gallura autonoma è cosa fatta. La legge di riordino degli enti locali da cui passa la reistituzione della Olbia-Tempio sarà all’esame della commissione Autonomie a marzo. Passerà poi in Consiglio regionale per il via libera finale. «Le elezioni saranno il 7 giugno», dice soddisfatto Sanna. La sala gonfia di sindaci, consiglieri comunali e un lungo corteo di ex amministratori, regionali, provinciali e comunali, applaude felice. Solo Antonio Satta, uno dei padri nobili della provincia rottamata per referendum, ci mette faccia, saggezza e un pizzico di ruvido realismo. Il segretario nazionale dell’Upc solleva dei dubbi sui tempi. 45 giorni prima della data del voto si devono convocare i comizi elettorali. L’iter per l’approvazione della legge, che comprende anche il via libera del Cal, il Consiglio delle autonomie locali, dovrà essere ultimato per metà aprile. «Aspettiamo di capire se in Consiglio regionale ci sarà la stessa sceneggiata vista qualche mese fa o se si prenderà atto della nostra situazione particolare». Il riferimento, per nulla velato, è alla guerra di veti incrociati dell’ultimo scorcio di legislatura Pigliaru. Quando le spinte antigalluresi e autonomiste di altri territori, affossarono il disegno di legge bipartisan, già approvato dalla Commissione regionale Autonomie e dal Cal per istituire la provincia del nord-est.

Sobrietà e pragmatismo. Pietro Carzedda assume l’incarico di sub commissario con la sobrietà di chi sa di dover guidare una 500 che tutti ricordano come una Ferrari. Passata da 156 a 50 dipendenti. Con tre dirigenti e un solo geometra per 23 istituti scolastici. «La Regione ha deciso di dare dignità istituzionale alla Gallura – dice Carzedda –. È stato fatto un grande lavoro. Da parte dell’assessore Sanna, ma anche dai consiglieri regionali galluresi che hanno combattuto per avere una istituzione così sentita. Io sono solo di passaggio, ma la provincia va avanti. Perché è fatta di comuni che credono nell’autonomia di questo territorio. Non perché vogliamo sentirci diversi, ma perché vogliamo fare, perché il gallurese è un popolo che lavora a testa bassa. Crea forza, economia, energia ed è su questa strada che intendo lavorare, con umiltà e sobrietà. Abbiamo tanto da fare. A partire dal ripristino del numero di dipendenti».

O provincia o campi. Per il sindaco Settimo Nizzi la rinascita della provincia è una seconda opportunità dopo il disastro del referendum. «O cogliamo questa occasione storica, con sette consiglieri regionali e tre assessori o andiamo a zappare i campi – afferma il primo cittadino –. Solo negli ultimi tempi siamo riusciti a capire il danno che ci siamo fatti nel non opporci a quello sciagurato referendum. Pensammo che la gente non sarebbe andata a votare. Non volevamo incidere sulla libera scelta dei cittadini sardi, ma sbagliammo. Abbiamo perso la Asl, l’Autorità di sistema portuale e tanti servizi. Delle elezioni di secondo livello, con consiglieri e sindaci che votano i componenti della Provincia, non ce ne facciamo nulla. È la gente che deve scegliere da chi farsi amministrare».

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