La Nuova Sardegna

Olbia

Diga di Maccheronis quasi vuota

di Sergio Secci

Torpè, l’allarme del presidente del Consorzio di bonifica: «Cambiamo il piano di laminazione» 

19 febbraio 2020
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TORPÈ. Le sperate e invocate piogge dei prossimi mesi potrebbero non essere sufficienti a riempire il lago del Maccheronis che approvvigiona di acqua potabile e irrigua i paesi della costa orientale. Il presidente del Consorzio di Bonifica Ambrogio Guiso, lancia l’allarme e chiede che venga rivisto il piano di laminazione dell’invaso che sbarra il rio Posada. La diga, ha la funzione di garantire l’acqua necessaria per le richieste idropotabili dei territori comunali di Torpè, Posada, Siniscola, Budoni e San Teodoro e degli usi irrigui degli territori stessi e per motivi di protezione civile nel 2016 è stato adottato il piano che regola i livelli massimi che il serbatoio può raggiungere a seconda del periodo stagionale. Nel periodo invernale, quando maggiore è il rischio di eventi alluvionali, il serbatoio deve essere lasciato quasi vuoto per consentire una graduale riempimento con l’approssimarsi della primavera al fine di arrivare al massimo invaso il primo aprile. Ogni anno, fino al 31 marzo, la quota massima del lago non può essere superiore a 40,50 metri sul livello del mare per un volume di 20,4 milioni di metri cubi e solo dopo, può essere consentito il raggiungimento della quota di massima di quasi 25milioni di metri cubi d’acqua. Il consorzio aveva da subito contestato il piano che si basa sul presupposto che le sole piogge di aprile possano consentire di riempire il lago al massimo livello e garantire un regolare andamento della stagione irrigua. «Il piano non corrisponde alla realtà dei fatti – dice il presidente Guiso – in quanto le sempre più frequenti primavere siccitose, non sono sufficienti a garantire il riempimento del lago, privando così il territorio dei volumi idrici necessari per assicurare l’irrigazione delle colture». Nel dicembre 2017 il Consorzio aveva rappresentato il problema alla Regione evidenziando che Arpas aveva disponibile un finanziamento per la rete di rete di monitoraggio idropluviometrica del territorio e che il sistema, una volta installato, avrebbe consentito un preavviso di allerta con tempi inferiori a quelli che venivano garantiti tenendo il lago mezzo vuoto a marzo. Allora grazie anche all’assunzione di responsabilità dei sindaci di Posada e Torpè, che modificarono il piano di protezione civile comunale, la Giunta Regionale, dispose una deroga al piano di laminazione consentendo di riempire la diga entro marzo. «Il sistema di monitoraggio non è stato ancora istallato – dice Abrogio Guiso – si è tornati ai vecchi limiti. L’11 febbraio, si è svolta alla direzione del distretto Idrografico un incontro per discutere del problema. È emerso che, nonostante il sistema di monitoraggio idropluviometrico a monte della diga di Maccheronis non sia stato ancora implementato, è disponibile un sistema di controllo continuo dei livelli che garantisce la trasmissione del dato in tempo reale alla Protezione civile consentendo di garantire un efficace controllo dei volumi in ingresso al serbatoio. L’acqua è un bene prezioso – conclude – non possiamo permetterci di sprecarla per il solo motivo che l’Arpas, non ha ancora istallato i rilevatori. La diga, vista la siccità imperante, non deve più gettare l'acqua in mare e il massimo invaso deve essere raggiunto già dal 1° marzo».

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