la maddalena
È in isulanu la miglior commedia sarda
Premiata dalla Compagnia teatro Sassari “A pilibiunda” di Tusceri
19 febbraio 2020
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LA MADDALENA. Per la compagnia teatro Sassari, la commedia sarda per antonomasia, per il prossimo biennio, è “A pilibiunda”, piéce in isulanu scritta da Gian Carlo Tusceri e ricavata dal romanzo Edera di Grazia Deledda. La premiazione, avvenuta al teatro civico di Sassari, ha consacrato Tusceri, che dirige il collettivo Elicriso dal 1975, quando il gruppo debuttò nella sala consiliare del municipio con la rivisitazione della commedia di Mario Boccone “A pateddha”. Da allora l’Elicriso ha percorso molta strada, arrivando al successo di qualche anno fa con “Filumena Marturano”, adattata e tradotta sempre da Tusceri per l’isola, conquistando, oltre al vasto pubblico estivo locale, anche il teatro dell’università di Corte in Corsica e la Sapienza di Roma. Nell’ateneo della Capitale la studentessa Giulia Tisseni si è laureata proprio con una tesi dedicata a questo adattamento di Tusceri.
L’inaspettato successo consente all’isulanu maddalenino di essere trattato con un certo rispetto. La commedia a cui si deve questo risultato, è incentrata su una famiglia che era stata ricca a fine ‘800 per poi finire quasi sul lastrico. Per reggere ancora un po’ economicamente questa famiglia accetta a casa un invalido ormai anziano, reduce della guerra di Crimea, durante la quale aveva perso una gamba e conquistata una ricca pensione e una medaglia al valore. L’invalido, per farsi accettare a casa da questi suoi lontani parenti, promette di lasciare loro in eredità tutti i suoi averi: una fortuna con cui i padroni di casa potrebbero evitare di perdere terra e casa, destinate a finire all’asta. Solo che il vecchio mangia e beve a sbafo e non molla un centesimo, perché gli accordi sono che erediteranno alla sua morte. Da qui iltentativo di eliminarlo che si risolverà però nel migliore dei modi. (a.n.)
L’inaspettato successo consente all’isulanu maddalenino di essere trattato con un certo rispetto. La commedia a cui si deve questo risultato, è incentrata su una famiglia che era stata ricca a fine ‘800 per poi finire quasi sul lastrico. Per reggere ancora un po’ economicamente questa famiglia accetta a casa un invalido ormai anziano, reduce della guerra di Crimea, durante la quale aveva perso una gamba e conquistata una ricca pensione e una medaglia al valore. L’invalido, per farsi accettare a casa da questi suoi lontani parenti, promette di lasciare loro in eredità tutti i suoi averi: una fortuna con cui i padroni di casa potrebbero evitare di perdere terra e casa, destinate a finire all’asta. Solo che il vecchio mangia e beve a sbafo e non molla un centesimo, perché gli accordi sono che erediteranno alla sua morte. Da qui iltentativo di eliminarlo che si risolverà però nel migliore dei modi. (a.n.)