La Nuova Sardegna

Olbia

La Posada del futuro in 11 tesi di laurea

di Paolo Merlini
La Posada del futuro in 11 tesi di laurea

Per il Politecnico di Milano è un modello di sviluppo sostenibile

22 febbraio 2020
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INVIATO A POSADA. Al tempo dei condoni, del piano casa e degli attacchi al piano paesaggistico regionale sulla spinta degli appetiti edilizi, un comune costiero che diventa un modello urbanistico, dal quale partire per pianificare uno sviluppo turistico sostenibile, è già una notizia. Se poi a sceglierlo è un’università prestigiosa come il Politecnico di Milano la notizia assume un rilievo ancora più importante. Accade a Posada, che di recente è stata al centro di undici tesi di laurea magistrale alla scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni (Auic). Undici tesi ciascuna delle quali è un’idea progettuale per la Posada del futuro: dal parco fluviale al centro storico, dalle spiagge incontaminate alle aree urbane da riqualificare.

Tutto nasce dalla proposta di una docente di origini nuoresi del Politecnico, l’architetta Valentina Dessì, che ha trovato sponda nel sindaco Roberto Tola, geologo prestato alla politica e prossimo a ritornare all’amata professione dopo tre mandati consecutivi (la legge del resto non gli consente di ricandidarsi alle elezioni di maggio). Così, nel marzo dello scorso anno, Dessì è venuta a Posada con i colleghi Michele Ugolini e Rossana Gabaglio, e 39 studenti prossimi alla laurea al seguito. Provenivano un po’ da tutta Italia, Sardegna compresa: è il caso di Sara di Cagliari, Giovanni di Sardara e Rachele di Capoterra. Qui hanno partecipato a seminari mirati, girato in lungo e in largo il territorio e incontrato professionisti e tecnici che a vario titolo hanno collaborato con l’amministrazione comunale. Solo trenta di loro hanno poi deciso di trasformare l’esperienza sul campo in tesi di laurea: divisi in undici gruppi, hanno dato vita ad altrettanti progetti di architettura. Sono tornati più volte nell’isola per approfondire la conoscenza del territorio. «L’obiettivo – spiegano i tre docenti – è stato definire proposte di valorizzazione capaci di destagionalizzare il turismo, legato prevalentemente allo sfruttamento delle spiagge e dell’immediato entroterra concentrato in un breve periodo dell’anno, in favore di una fruizione maggiormente sostenibile e consapevole legata ai caratteri culturali, sia architettonici che ambientali, dell’intero paesaggio». C’è chi si è occupato di disegnare un percorso che armonizzi il rapporto tra il lago di Torpè e il mare, chi di recuperare e valorizzare alcune parti del centro storico di Posada, rendendo fruibili a tutti le aree meno accessibili che caratterizzano i rioni più arroccati, con l’utilizzo di un ascensore e di speciali passerelle. Altre tesi si sono concentrate sulla necessità di riqualificare gli spazi pubblici nella Posada sorta negli ultimi trenta-quarant’anni. Altri studenti hanno ipotizzato un diverso utilizzo delle aree verdi o della zona umida della peschiera di San Giovanni. C’è persino chi ha lavorato a una proposta di ampliamento del porto della Caletta, o a un progetto di recupero del palazzo storico di Don Conte che potrebbe giocarsela con quello lautamente finanziato dalla Regione.

Un’esperienza straordinaria, la definisce il sindaco Roberto Tola, che ha deciso di confermare la collaborazione con il Politecnico già da quest’anno, con l’arrivo di nuovi studenti. «Questi ragazzi ci hanno regalato in modo del tutto disinteressato, e con lo sguardo rivolto a un futuro sostenibile, la loro idea di Posada. Un invito a migliorarci, a sviluppare aspetti che sottovalutiamo o a porre rimedio a criticità alle quali ci siamo abituati. Sono idee utilissime che ogni buona amministrazione dovrebbe tenere conto, e mi auguro chi subentrerà dopo il voto di maggio ne terrà conto. Perché il programma di sviluppo di Posada, o una sua buona parte, è scritto nelle undici tesi di laurea di quegli studenti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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