La Nuova Sardegna

Olbia

Tribunale, dossier in Procura a Roma

di Marco BIttau
Tribunale, dossier in Procura a Roma

Mentre è in corso il processo sulle aste si profila una inchiesta bis dopo la relazione del presidente Magliulo al Csm

27 febbraio 2020
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TEMPIO. La Procura di Roma indaga ancora sul tribunale di Tempio e l’ipotesi di un’inchiesta bis cala come una bomba sul processo già in corso, sempre a Roma, sulla vicenda della presunta turbativa d’asta che coinvolge 11 persone tra magistrati, avvocati e consulenti. Il Consiglio superiore della magistratura, dopo la “ricognizione” dello scorso gennaio a Tempio, ha trasmesso alla Procura della capitale la relazione consegnata dal presidente Giuseppe Magliulo. Si parla dello stato di salute degli uffici giudiziari ma anche e soprattutto della organizzazione e della gestione degli stessi. Lo stesso Magliulo è stato anche sentito riservatamente a Roma e il fascicolo è ora sul tavolo del sostituto procuratore Carlo Villani, pm nel processo sulle aste giudiziarie. Nei giorni scorsi Villani ha depositato le carte e le trascrizioni (c’è anche un cd-rom) che ora sono state trasmesse a tutti gli avvocati già impegnati nel processo. A questo punto quella di un’inchiesta bis è molto più di un’ipotesi.

Era stato lo stesso presidente del tribunale, Giuseppe Magliulo, a riferire di aver consegnato una lunga e circostanziata relazione al presidente della prima commissione del Csm, Sebastiano Ardita. Era il mese di gennaio e i commissari avevano appena concluso una ricognizione sullo stato di salute degli uffici giudiziari di Tempio. Due giorni di incontri e verifiche di dati e situazioni che avevano portato a una sintesi impietosa dettata alle agenzie di stampa: «A Tempio c’è una giustizia da terzo mondo».

Un giudizio condiviso anche dal presidente Magliulo che l’intervento del Csm aveva più volte sollecitato. Nella sua relazione-dossier consegnata ad Ardita ci sono i numeri della crisi del tribunale: pochi giudici in servizio, montagne di procedimenti arretrati, carichi di lavoro insostenibili. Ma ci sarebbe anche dell’altro: sentenze non eseguite, procedimenti non iscritti a ruolo, la gestione degli uffici e il metodo di assegnazione dei fascicoli a un giudice invece che a un altro. Quella relazione è stata così consegnata dal Csm alla Procura di Roma e il sostituto Villani ha acquisito il materiale al fascicolo del processo sulla vendita all’asta di Villa Ragnedda. La comunicazione agli avvocati adesso apre nuovi scenari. È evidente che tra il processo in corso a Roma e la relazione del presidente Magliulo ci sono intrecci e collegamenti, tanto da far pensare a un’ipotesi di inchiesta bis. Sicuramente cambiano e si complicano le strategie difensive, ma intanto il quadro generale che emerge conferma l’immagine di un palazzo dei veleni più che di giustizia. Perché mai, altrimenti, si intercettavano i magistrati persino nelle loro case di abitazione e senza autorizzazione?

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