La Nuova Sardegna

Olbia

omicidio stradale 

L’Onvos chiede che il prelievo del sangue diventi coattivo

OLBIA. «Tragedie stradali, serve il prelievo coattivo». A sollecitare la riforma di legge è l’avvocato Piergiorgio Assumma, presidente dell’Osservatorio nazionale vittime di omicidio stradale (Onvos),...

28 febbraio 2020
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OLBIA. «Tragedie stradali, serve il prelievo coattivo». A sollecitare la riforma di legge è l’avvocato Piergiorgio Assumma, presidente dell’Osservatorio nazionale vittime di omicidio stradale (Onvos), che interviene dopo il terribile incidente di viale Aldo Moro. Un dramma dell’asfalto in cui, lunedì pomeriggio, ha perso la vita Andrea Bellu, di 38 anni, che viaggiava come passeggero su una Bmw 1200. Alla guida della moto Maurizio Marrone, 52 anni, ora indagato per omicidio stradale (è stato dimesso dall’ospedale due giorni fa), così come il conducente della macchina coinvolta, Marco Brattoli di 41 anni.

«Premesso che l’incidente di Olbia è ancora tutto da chiarire, così come sono da accertare le responsabilità – dice Assumma – ribadisco che il nostro Osservatorio da due anni si sta mobilitando affinché che la normativa venga rivista. Chiediamo che sia introdotto il prelievo coattivo del sangue, che cristallizzerebbe lo stato di alterazione psicofisica al volante per l’uso di droga o alcol. L'attuale prelievo, solo sanitario, non ha copertura a livello processuale e spesso diventa una prova non utilizzabile».

Il riferimento è alla legge 41 del 2016 che «riconosce la differenza tra omicidio colposo e omicidio commesso da chi alla guida assume un comportamento a rischio, inserendo nel codice penale la fattispecie di omicidio stradale. Nella proposta di legge che abbiamo presentato – continua l’avvocato Assumma – abbiamo chiesto che nel codice di procedura penale venga inserito appunto l’esame coattivo del sangue per verificare lo stato di ebbrezza o di assunzione di sostanze stupefacenti nell’immediatezza del fatto. Quindi, nel caso di omicidio stradale, chi era alla guida del veicolo dovrebbe essere accompagnato in ospedale e sottoposto al prelievo di sangue. Una prova solida, a questo punto, che si potrebbe usare in fase processuale».



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