La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, il centro antiviolenza: «Donne chiedete aiuto»

di Tiziana Simula
Olbia, il centro antiviolenza: «Donne chiedete aiuto»

Patrizia Desole: "la permanenza forzata in casa le espone a un rischio maggiore. Difficile contattarci, con il maltrattante sempre presente: calo in 20 giorni del 60 per cento"

30 marzo 2020
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OLBIA. Tutti chiusi in casa per ridurre al minimo il rischio di contagio. Ma non sempre la casa è un posto sicuro. Per proteggersi dal Coronavirus, certamemte. Ma non dai maltrattamenti di partner violenti. Anzi, il pericolo aumenta. La permanenza forzata 24 ore su 24 mette a rischio maggiormente le donne vittime di violenza. Imprigionate nelle quattro mura, imbavagliate dalla paura e impossibilitate a chiudere aiuto non avendo più quei pochi spazi di libertà per potersi muovere senza essere controllate. C’è un’emergenza nell’emergenza ai tempi del coronavirus. Che preoccupa i centri antiviolenza e che tiene alta l’attenzione delle forze dell’ordine e della Procura. Non è una preoccupazione astratta. È un dato di fatto. Che emerge dalla vertiginosa diminuzione delle richieste di aiuto. Calate del 60 per cento.

«A partire dal 9 marzo 2020, in seguito all’emanazione dei decreti ministeriali contenenti le restrizioni per il contenimento del Covid-19, il Centro antiviolenza Prospettiva donna ha ricevuto solo 9 richieste di aiuto, circa il 60 per cento in meno delle richieste che arrivavano in altri tempi – spiega la presidente dell’associazione antiviolenza, Patrizia Desole – Questo non significa che la violenza sulle donne sia diminuita. Anzi, è un dato molto preoccupante in quanto si capisce che le donne in questo momento non hanno modo e possibilità di chiedere aiuto. Una permanenza forzata in casa con colui che agisce violenza espone le donne ad un rischio maggiore".

"Quindi _ prosegue la Desole _ riteniamo sia fondamentale diffondere il messaggio che i Centri antiviolenza sono operativi nel pieno rispetto dei decreti ministeriali e delle misure adottate per il Covid-19. Stiamo studiando e mettendo in campo nuove strategie di accoglienza e ascolto alternativi e a distanza, tramite telefono, chat o video chiamate, per garantire il supporto sia per le nuove richieste di aiuto sia per i percorsi già in essere. In questo drammatico momento di emergenza sanitaria bisogna tenere alta più che mai l’attenzione sulle donne che subiscono violenza».

Fondamentale anche la stretta collaborazione con le forze dell’ordine che permette di dare una risposta tempestiva alle richieste di aiuto. «Ricordiamo a tutte le donne che subiscono violenza o che si sentono in pericolo che rimane costantemente attivo, 24 ore su 24, il numero antiviolenza nazionale 1522, al quale si possono rivolgere per chiedere aiuto e per chiedere il contatto del Centro antiviolenza di riferimento di ciascun territorio – prosegue Patrizia Desole – In caso di pericolo, possono contattare le forze dell’ordine per un intervento immediato».

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Il lavoro delle operatrici è diventato ancora più complesso in questo periodo di emergenza. All’interno della casa rifugio – che attualmente ospita 8 persone tra adulti e bambini – la vita e le attività proseguono, sempre nel pieno rispetto della sicurezza e delle disposizioni ministeriali. «Le operatrici cercano di trasmettere serenità anche ai piccoli ospiti, attraverso laboratori e attività ludiche che possano aiutarli in questo momento che per loro risulta essere doppiamente difficoltoso», rimarca la Desole.

Il delicato e complesso lavoro che Prospettiva donna porta avanti da anni nel territorio per contrastare la violenza di genere, è supportato in queste settimane da una rete di solidarietà. «Ci teniamo a ringraziare sia le forze dell’ordine sia le associazioni di volontariato cittadine che ci supportano in questo momento di estrema difficoltà», conclude la presidente. Che ringrazia in maniera particolare «i volontari della Croce Rossa per il servizio di consegna a domicilio della spesa, che ci permette di garantire maggiore sicurezza sia alle operatrici sia alle donne ospiti della casa».


 

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