La Nuova Sardegna

Olbia

Coronavirus, i sindaci della Gallura: "Non abbiamo dati serve la mappa del contagio"

di Serena Lullia
Il consigliere regionale Giuseppe Meloni e i sindaci Roberto Ragnedda (Arzachena) e Francesco Lai (Loiri)
Il consigliere regionale Giuseppe Meloni e i sindaci Roberto Ragnedda (Arzachena) e Francesco Lai (Loiri)

I primi cittadini criticano la comunicazione poco trasparente di Regione e Ats

04 aprile 2020
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OLBIA. In prima linea nell'emergenza. In coda nella conoscenza della mappa del contagio nei loro territori. Da settimane i sindaci della ex provincia di Olbia-Tempio chiedono di avere i dati scorporati da quelli di Sassari, comune per comune. Con numero di contagi, decessi, quarantene. Degli oltre 800 casi positivi in Sardegna, quasi 600 vengono indicati nella provincia di Sassari. Di cui fanno parte anche i 26 comuni della Gallura. Non dovrebbe servire uno scienziato per scremarli. Alcune settimane fa era stato il sindaco Settimo Nizzi a spiegare la motivazione.

«Manca il personale, la Regione ha detto che sono stati mandati tre collaboratori per elaborare i dati». Accadeva 10 giorni fa. «Questa richiesta l'ho fatta informalmente più di dieci giorni fa, ora la faccio in modo ufficiale – dice il consigliere regionale Pd, Giuseppe Meloni –. Conoscere la mappa del contagio è fondamentale per capire come si stia evolvendo la diffusione del virus. E per noi amministratori per capire dove si deve intervenire. Dal momento che parliamo di due Assl separate, Sassari e Olbia, non dovrebbe essere poi così difficile avere i dati scorporati. In altre regioni la mappa del contagio, dei positivi, dei decessi, è chiarissima come anche la comunicazione. Si chiama trasparenza. La privacy è un’altra cosa. Nessuno vuole i nomi delle persone contagiate». Le parole di Meloni sono la sintesi perfetta dell'amarezza dei sindaci. «Continuiamo a chiedere i dati specifici senza avere risposte – dichiara il sindaco di Arzachena Roberto Ragnedda –. Avere il numero generale della provincia di Sassari non serve a nulla. Non è un metodo efficace per attuare azioni di contenimento del contagio. Noi sindaci abbiamo il diritto di sapere, e se necessario informare con tempestività le nostre comunità. E poi i risultati dei tamponi non possono arrivare dopo una settimana. Non si può rischiare un effetto domino di ipotetici contagi». Il sindaco di Loiri Porto San Paolo Francesco Lai rincara la dose. «Il problema è la comunicazione che è assente o deficitaria. Noi sindaci siamo gli unici a contatto diretto con le nostre comunità, ma spesso gli ultimi a sapere le cose. Invece ciò che serve è una comunicazione tempestiva e puntuale. Per non parlare poi dei problemi collegati a casi di contagio e alle quarantene. Dobbiamo organizzare l'assistenza a casa, la consegna dei viveri, i controlli, lo smaltimento dei rifiuti, che per persone contagiate segue un iter diverso. Ma se, come è successo, una quarantena ci viene comunicata con dieci giorni di ritardo salta tutto».

Il sindaco di Santa Teresa, Stefano Pisciottu, chiarisce come la richiesta di dati separati e comune per comune, non sia una questione di campanile. «Ricevere dall’Ats comunicazioni in modo tempestivo sui casi di contagio in Gallura non è una questione di campanilismo ma è indispensabile per avere un quadro reale della situazione. È utile e determinante per attuare le misure necessarie di contenimento e contrasto del virus». (ha collaborato Walkiria Baldinelli)
 

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