La Nuova Sardegna

Olbia

Coronavirus, la Costa Smeralda riapre a fine giugno

Serena Lullia
Coronavirus, la Costa Smeralda riapre a fine giugno

Mulas, Marriott: «Pronti a ripartire con tutti gli hotel a Porto Cervo». Lai, Iti: «Sono ottimista ma previsioni reali a maggio»

06 aprile 2020
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PORTO CERVO. Il vero lusso sarà avere una stagione turistica post pandemia. E in Costa Smeralda un’estate di vacanze la vogliono immaginare. Con ottimismo condito di una buona dose di realismo, nella consapevolezza che la fabbrica dell’accoglienza post coronavirus sarà tutta da reinventare. Il quadro nazionale e mondiale sul contagio è in continua evoluzione. Fare previsioni non è facile. L'unica certezza è che l'inizio della stagione sarà posticipata. Sia gli hotel del gruppo Marriott che quelli della catena Iti stavano lucidando maniglie e pettinando giardini per aprire a Pasqua. Tutto congelato dal decreto Cura Italia. Operai a casa e contratti stagionali sospesi.

Stagione posticipata. Fine giugno, inizio luglio. Franco Mulas, area manager Marriott Costa Smeralda, pensa positivo e disegna un avvio di stagione posticipato. «I clienti che avevano prenotato per maggio e giugno ci stanno chiedendo di spostare la vacanza a luglio, agosto, anche a settembre – spiega –. Significa che la voglia di tornare alla normalità c'è. Noi ci teniamo pronti per fine giugno-inizio luglio a riaprire tutti e quattro i nostri alberghi. Una indicazione temporale che non è dettata solo dal nostro cuore, ma dall’evoluzione della pandemia e dalla riduzione della linea dei contagi. Non ci aspettiamo l’assalto, ma ci saremo. Con le modalità che ci verranno imposte da Governo, Regione e Organizzazione mondiale della salute. L’altro punto su cui riflettere è se le compagnie aeree saranno in grado di volare. Noi abbiamo una clientela internazionale. Il 15% arriva dall'America, il 12% dall’Inghilterra, l’8% dal sud America, il 12% dall’Italia».

Stagione ridotta. Il gruppo Iti ha 10 strutture nel nord Sardegna. Due 5stelle, una a Porto Cervo e una a Capo Testa. Quattro 4stelle a Porto Rotondo. «Sono ottimista per natura – dichiara Stefano Lai, general manager Iti Hotels – e lo sono anche in azienda. Per quanto questa situazione sia tragica e difficile, avrà una fine. Credo si dovrà però spettare la fine di maggio per fare una previsione realistica delle aperture degli alberghi. Che immaginiamo non possano essere uguali a quelle inizialmente previste. La valutazione a oggi è di non aprire tutti gli hotel. Pur considerando l'ipotesi di una fase due di convivenza con il virus ci sono molti altri Stati in ritardo rispetto a noi. Ci potrebbe essere una limitazione psicologica negli spostamenti. Dopo la Cina saremo i primi a uscirne, ma per evitare la ricaduta potrebbe essere l’Italia a non far entrare le persone da altri Stati. E questo ovviamente ha un peso. Abbiamo una clientela di fascia media e alta. Il 50% arriva dal mercato estero, Germania, Svizzera, Spagna, Inghilterra, paesi dell'Est, Russia, il 50% italiano».

Inaugurazioni e personale congelati. L’hotel Cervo avrebbe riaperto le sue stanze dorate a Pasqua. Cala di Volpe, Romazzino e Pitrizza a maggio. «Avevamo fatto già 200 assunzioni tra giardinieri, manutentori, reservation – dice Mulas –. Nel rispetto del decreto Cura Italia sono andati a casa. Per loro abbiamo chiesto l'attivazione degli ammortizzatori sociali. In condizioni normali il gruppo Marriot impiega mille persone a stagione, 20% a tempo indeterminato. Faremo di tutto per garantire i posti di lavoro».

Anche il gruppo Iti aveva in agenda tre aperture pasquali. Una a Porto Cervo, a Porto Rotondo e a Baja Sardinia. A inizio maggio se ne sarebbero aggiunte altre due. A pieno regime la macchina del lavoro targata Iti traina 500 persone. «Avevamo già inviato 50 lettere di assunzione per questo mese, a malincuore le abbiamo dovuto sospendere – conclude Lai –. In questa emergenza i nostri lavoratori e le loro famiglie sono e restano la nostra prima preoccupazione».



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