Olbia, c’è il lockdown? I delfini davanti al molo Brin
di Dario Budroni
Il biologo marino: «L’uomo si chiude a casa e la natura si riprende il suo spazio anche in mare»
26 aprile 2020
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OLBIA. L’uomo si chiude in casa e gli animali escono allo scoperto. In viale Aldo Moro una famiglia di cinghiali ha educatamente attraversato la strada sulle strisce pedonali. In mare i delfini continuano invece a spingersi negli angoli più interni del golfo senza più il disturbo di eliche e motori. È la natura che si riprende i suoi spazi nelle settimane del lockdown imposto per arginare l’avanzata del coronavirus. Certo, a Olbia i delfini si sono sempre visti. Ma in questo periodo ancora di più. In poche settimane sono stati avvistati un po’ dappertutto: nell’insenatura di Porto Romano, davanti ai moli dell’Isola Bianca e addirittura nelle acque del molo Brin.
«È normale che accadano certe cose. Gli animali si spingono nei luoghi dove l’uomo adesso è molto meno presente» dice Benedetto Cristo, biologo marino, grande studioso del golfo olbiese.
Delfini in città. A Venezia i canali diventano più limpidi, a Torino le anatre passeggiano per il centro, a Quartu un fenicottero cammina sull’asfalto. E a Olbia tocca ai delfini rappresentare la natura che avanza dove l’uomo non c’è più. «La nautica è ferma. Così come il grosso delle altre attività. In mare ci sono pochissime imbarcazioni e quindi i delfini, che sono dei mammiferi che vivono soprattutto con le orecchie, visto che sono sensibilissimi ai suoni, adesso ne approfittano per spingersi sempre più all’interno del golfo – spiega Benedetto Cristo –. Alcuni giorni fa sono andato a fare la spesa e, da lontano, anche io ho notato alcuni delfini nei pressi dell’Isola Bianca. Sono un po’ come i cinghiali che sono stati avvistati in viale Aldo Moro, nella strada vuota, in pieno centro abitato». Il biologo è dal 1985 che studia i cetacei. «Un tempo – racconta Cristo –., a Golfo Aranci, c’erano pochi delfini. Sono aumentati quanto hanno messo le gabbie degli allevamenti. E ricordo che diversi anni fa una stenella si spiaggiò a Porto Romano, l’aiutammo a riprendere il largo. A Olbia si sono sempre visti, ma con questo silenzio loro ci vanno a nozze. Arrivano fin davanti alla città, indisturbati, perché vanno in cerca di cibo».
Golfo da proteggere. Benedetto Cristo ci tiene a sottolineare che la presenza dei delfini è sicuramente positiva. Vuol dire che il golfo di Olbia sta bene. «La presenza di questi animali è un indicatore di buona salute – sottolinea –. In questo momento non posso uscire in mare per fare ricerca, ma non possiamo escludere altre sorprese. Se il blocco dovesse proseguire, potrebbero per esempio avvicinarsi i tonni e magari anche degli squali, all’inseguimento dei muggini». Benedetto Cristo ribadisce quindi l’importanza della salvaguardia del golfo olbiese: «Il nostro golfo è meraviglioso. E in passato anche di più, visto che poi è stato in parte chiuso e insabbiato. A causa del suo restringimento assistiamo all’aumento della velocità delle correnti. Per questo capita di trovare le larve delle arselle molto più al largo, dove non si sviluppano perché manca il contesto lagunare tipico del golfo interno».
«È normale che accadano certe cose. Gli animali si spingono nei luoghi dove l’uomo adesso è molto meno presente» dice Benedetto Cristo, biologo marino, grande studioso del golfo olbiese.
Delfini in città. A Venezia i canali diventano più limpidi, a Torino le anatre passeggiano per il centro, a Quartu un fenicottero cammina sull’asfalto. E a Olbia tocca ai delfini rappresentare la natura che avanza dove l’uomo non c’è più. «La nautica è ferma. Così come il grosso delle altre attività. In mare ci sono pochissime imbarcazioni e quindi i delfini, che sono dei mammiferi che vivono soprattutto con le orecchie, visto che sono sensibilissimi ai suoni, adesso ne approfittano per spingersi sempre più all’interno del golfo – spiega Benedetto Cristo –. Alcuni giorni fa sono andato a fare la spesa e, da lontano, anche io ho notato alcuni delfini nei pressi dell’Isola Bianca. Sono un po’ come i cinghiali che sono stati avvistati in viale Aldo Moro, nella strada vuota, in pieno centro abitato». Il biologo è dal 1985 che studia i cetacei. «Un tempo – racconta Cristo –., a Golfo Aranci, c’erano pochi delfini. Sono aumentati quanto hanno messo le gabbie degli allevamenti. E ricordo che diversi anni fa una stenella si spiaggiò a Porto Romano, l’aiutammo a riprendere il largo. A Olbia si sono sempre visti, ma con questo silenzio loro ci vanno a nozze. Arrivano fin davanti alla città, indisturbati, perché vanno in cerca di cibo».
Golfo da proteggere. Benedetto Cristo ci tiene a sottolineare che la presenza dei delfini è sicuramente positiva. Vuol dire che il golfo di Olbia sta bene. «La presenza di questi animali è un indicatore di buona salute – sottolinea –. In questo momento non posso uscire in mare per fare ricerca, ma non possiamo escludere altre sorprese. Se il blocco dovesse proseguire, potrebbero per esempio avvicinarsi i tonni e magari anche degli squali, all’inseguimento dei muggini». Benedetto Cristo ribadisce quindi l’importanza della salvaguardia del golfo olbiese: «Il nostro golfo è meraviglioso. E in passato anche di più, visto che poi è stato in parte chiuso e insabbiato. A causa del suo restringimento assistiamo all’aumento della velocità delle correnti. Per questo capita di trovare le larve delle arselle molto più al largo, dove non si sviluppano perché manca il contesto lagunare tipico del golfo interno».