La Nuova Sardegna

Olbia

«E ora la sabbia intasa canali e pozzette a valle»

di Dario Budroni
«E ora la sabbia intasa canali e pozzette a valle»

L’ex consigliere comunale documenta con foto e video su Facebook l’abbandono del cantiere

09 maggio 2020
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OLBIA. L’uomo non ci mette mano da quasi un anno. Ci pensa quindi la natura a smuovere la terra e a danneggiare quello che era stato in parte costruito. Il cantiere di Monte Pino è fermo dal giugno del 2019 e così nelle zone attorno cresce l’insofferenza. Marco Piro, ex consigliere comunale, sotto la strada provinciale 38 bis ha per esempio una vigna. Ed è diventato un po’ il punto di riferimento di chi ha case e terreni intorno. È soprattutto su Facebook che Piro denuncia lo stato di abbandono con tanto di video e foto: «Ci sono opere che, dopo le forti piogge di alcuni giorni fa, si sono gravemente danneggiate. E la sabbia ora intasa canali, pozzette e cunette di scolo».

Le frane. Il cantiere, avviato per ricostruire il tratto di strada crollato nell’alluvione del 2013, è una terra di nessuno. Così la pioggia ha provocato una lunga serie di danni. Due settimane fa si è spezzato ed è in parte sprofondato un grande attraversamento idraulico in cemento armato (ancora incompleto). Danni anche nel punto in cui l’impresa aveva cominciato a realizzare un altro attraversamento, dove la terra è franata e il primissimo basamento si è rotto. Nel primo caso l’Anas conferma il danno. Nel secondo, nonostante le immagini eloquenti pubblicate dalla Nuova Sardegna, l’Anas dichiara che non si registra alcuna criticità. «La preoccupazione c’è ed è tanta – commenta Piro –. I danni sono importanti. L’acqua, non scorrendo dove doveva, si è mangiata tutto. Mi chiedo: siamo sicuri che queste siano le migliori soluzioni progettuali? L’impresa, quando è andata via, ha lasciato un avanzamento dei lavori del 30%. Ma adesso bisognerà riparare anche i danni delle ultime settimane».

il sabbione. Gli effetti dello stato di abbandono non finiscono qui. «Nel cantiere ci sono diversi cumuli di sabbia – prosegue Piro –. E il problema è che la pioggia ha portato il sabbione a valle: si sono riempiti canali, pozzette e cunette di scolo delle strade di campagna. Inoltre erano stati lasciati alcuni materiali, come ferri, rotoloni di pvc e armamenti. Non ci sono più: che fine hanno fatto?». Poi una beffa: «A titolo di favore avevo autorizzato l’impresa ad accedere al mio terreno per agevolare la viabilità. Ma da un anno è tutto fermo e ora un pezzo di strada di cantiere si trova ancora dentro il mio terreno».

il tempo passa. A Monte Pino, dove nel 2013 morirono tre persone, i lavori erano cominciati nel maggio del 2018. Nel giugno del 2019 l’impresa che si era aggiudicata l’appalto dell’Anas, la Imp di Carloforte, si era ritirata per problemi economici. Da allora è tutto fermo. A febbraio il cantiere è stato messo in sicurezza e i lavori, attraverso una procedura agevolata, sarebbero dovuti riprendere ad aprile. Poi un nuovo slittamento per via del coronavirus. La Regione ha quindi spiegato che l’obiettivo è quello di riprendere i lavori a giugno.

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