Tempio, arresti domiciliari per uno stalker olbiese
L'uomo era già stato sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento all'ex compagna 33enne ma ha continuato nella sua condotta persecutoria
TEMPIO. Un trentenne olbiese è stato arrestato e messo ai domiciliari sotto l'accusa di stalking ai danni della ex convivente. Esecuzione da parte dei carabinieri di Tempio sul disposizione del giudice di Tempio. L'uomo era già sottoposto alla misura coercitiva del divieto di avvicinarsi alla persona offesa e ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima.
Si tratta di un nuovo risultato positivo ottnuto dalla procura di Tempio e dalle forze dell'ordine impegnate a fondo sul fronte del contrasto ai reati perpetrati ai danni delle vittime vulnerabili e in particolare della violenza sulle donne, come testimonia l’adozione dei due protocolli, uno di tipo territoriale, l’altro più marcatamente di indagine, che ancora una volta hanno consentito di tutelare la vittima e di bloccare il suo carnefice prima che la violenza di genere sfociasse in ben più gravi conseguenze.
Il provvedimento è scaturito da una richiesta del Procuratore della Repubblica dott. Gregorio Capasso che ha coordinato le indagini a tutela di una donna 33enne di Tempio Pausania, esasperata dal comportamento persecutorio del suo ex compagno. Nel novembre scorso, dopo un lungo periodo di sofferenza e paura, la donna era riuscita a rivolgersi alle autorità chiedendo aiuto: l’immediato avvio del “codice rosso” aveva consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere in tempi brevissimi la misura del divieto di avvicinamento a carico dello stalker.
L'uomo, tuttavia, a partire da febbraio era tornato a perseguitarla, cercando con insistenza di riallacciare i rapporti. Alla richiesta dell’uomo di raggiungerla presso la sua abitazione, la donna, temendo per la sua incolumità, aveva richiesto l’intervento dei Carabinieri della Compagnia di Tempio Pausania, i quali erano riusciti a tranquillizzare la donna attuando una costante vigilanza nei pressi, senza tralasciare di relazionare tutti gli atti vessatori che l’uomo, nonostante i divieti, aveva continuato e continuava a perpetrare anche mediante chiamate anonime.
Le informazioni raccolte hanno consentito alla Procura di provare la pericolosità dell’uomo e di richiedere pertanto che lo stesso venisse ristretto in regime di arresti domiciliari presso il suo domicilio sito in Olbia, onde evitare ulteriori sofferenze alla vittima.