La Nuova Sardegna

Olbia

Santa Teresa, i ristoratori: «Riapriamo solo se sicuri»

di Walkiria Baldinelli
Santa Teresa, i ristoratori: «Riapriamo solo se sicuri»

Una trentina di imprenditori pronta alla ripartenza ma con garanzie per la salute «Inutile correre se porti e aeroporti restano chiusi. Da lì arrivano i nostri clienti»

16 maggio 2020
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SANTA TERESA. Nessuna fuga in avanti. I ristoratori spingono per un’apertura in sicurezza dei locali. In assenza dei protocolli per spazi, ambienti e attività sostengono che non possono programmare la ripresa delle aziende. «Non ci sono ancora regole chiare – spiega Marcello Mannoni, portavoce di una trentina di ristoratori - Ad esempio, non possiamo formare il personale. Elemento da non trascurare, perché una volta definito il vademecum che dovremo seguire la squadra di lavoro dovrà operare in modo sinergico». Negli animi degli imprenditori, moralmente pronti a ripartire, prevale un sentimento di incertezza. «Non possiamo accettare una riapertura piena di dubbi – dice –. Inutile ripartire se è ancora chiuso il traffico passeggeri di porti e aeroporti. I vacanzieri, soprattutto famiglie delle seconde case, costituiscono oltre il 90% della clientela della ristorazione. Il turismo isolano incide l’8% e la metà è legato a spostamenti di lavoro». Se non ci sarà una ripresa in tempi brevi, sostengono i ristoratori, ci saranno gravi ripercussioni. «Come collettività – afferma Marcello -, non possiamo permetterci il fallimento di nemmeno una delle attività del territorio. Sull’indotto che ruota intorno alla ristorazione e al comparto turistico c’è un interesse molto più diffuso: trovano impiego molti concittadini». .

Seppure tra tante difficoltà e incertezze, l’azienda familiare “Ristorante da Thomas” non si arrende. Da oltre 40 anni gestisce le esigenze del mercato dell’ospitalità adeguando il locale ai continui cambiamenti. Tre fratelli, Marcello, Simone e Roberto per ora hanno avviato il servizio d’asporto nei fine settimana. «Siamo fortunati – spiega Marcello –, perché il locale è il nostro. Chi deve pagare un affitto, invece, sta riflettendo molto sull’opportunità di aprire o meno l’attività, perché al momento non sono previste agevolazioni sulle locazioni dei locali commerciali. E su tutto pesa l’incognita di una stagione turistica ridotta all’osso». In media, ogni anno lo storico ristorante assume 35 dipendenti. «Da marzo – racconta il giovane ristoratore –, ne abbiamo assunti sette. Oggi sono in cassa integrazione, che stiamo anticipando noi». I tre fratelli stanno testando il nuovo tipo di servizio di ristorazione. «Distanziando i tavolini – aggiunge Marcello – dagli abituali 160 posti divisi in tutte le sale, potremmo averne solo 50. Una riduzione di due terzi, che incide molto sui costi fissi dell’azienda. L’aspirazione è riaprire il prima possibile, ma senza trascurare la salute delle persone, dei lavoratori e delle loro famiglie e soprattutto degli ospiti, che speriamo di poter accogliere al più presto».

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