La Nuova Sardegna

Olbia

In Gallura vacanze vietate ai turisti emodializzati

Stefania Puorro
In Gallura vacanze vietate ai turisti emodializzati

Niente servizio per i vacanzieri nefropatici. Annibale Zucca (Aned) alla Regione: è una discriminazione

28 maggio 2020
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OLBIA. Sardegna vietata per i turisti emodializzati. L’Ats, infatti, ha bloccato il progetto “dialisi vacanze” per l’estate 2020. Un servizio che, per quanto riguarda la Assl di Olbia, copriva le necessità di un centinaio di persone che raggiungevano la Gallura per trascorrere le ferie da maggio a settembre.

Ma l’Aned (Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto), non ci sta. E attraverso il suo segretario regionale Annibale Zucca ha scritto una lettera al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu. «Pur comprendendo il dramma causato dal Covid 19, crediamo che questa sia una vera discriminazione oltre che una incomprensile presa di posizione da parte dell’Ats che, allo stato attuale, impedisce a coloro che devono sottoporsi a dialisi di sbarcare nell’isola. Ciò che appare a noi incomprensibile è che mentre alle persone sane viene consentito di arrivare in Sardegna, ai cittadini emodializzati viene impedito. Nonostante siano sempre sotto controllo. Il nefropatico in trattamento emodialitico, infatti, è un soggetto sottoposto a continua diagnosi che individua sistematicamente le sue condizioni di salute, comprese le infezioni. Va poi detto che si tratta di persone che arriverebbero nella nostra isola dopo aver superato tutti i test, tampone compreso, e con regolari certificazioni (“passaporto sanitario”) rilasciati dai centri dialisi di provenienza». Non solo. Il trattamento sostitutivo non sarebbe neppure a carico del servizio sanitario regionale, «visto che i turisti emodializzati - prosegue Zucca - hanno regolari impegnative rilasciate dalle loro aziende sanitarie».

Ta gli emodializzati che rischiano di dover rinunciare alle vacanze nell’isola, ci sono anche Roberto Capuano, un commercialista napoletano che ha la residenza a Conca Verde, tra Palau e Santa Teresa, e Alberto Cecconi, un imprenditore di Roma. «Vengo in Sardegna da 45 anni - dice Capuano - e ci avrei vissuto stabilmente, e non solo pochi mesi l’anno, se non fosse stato per il lavoro che svolgo a Napoli. E da sempre, già dal mese di gennaio, prenoto un posto per la mia dialisi. Che questa estate, come mi hanno comunicato, non potrò fare. E così dovrò rinunciare alle vacanze. Mi chiedo quale metodologia segua l’Ats: è una discriminazione inaccettabile». La pensa allo stesso modo Alberto Cecconi, due trapianti alle spalle e di nuovo in dialisi da tre anni. Lui sta preparando una petizione «ma non solo perché non vogliono farci arrivare in Sardegna, perché qui si sta impedendo ai dializzati di circolare liberamente sul territorio nazionale. Ho potuto fare il trattamento dialitico sia alla Maddalena che ad Arzachena, in passato, e mi sono trovato benissimo. Dieci giorni fa ho ricevuto la notizia della sospensione del servizio per i turisti. Assurdo. Proprio noi, controllati costantemente, tagliati fuori. Questa è una presa in giro».

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