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Olbia, il presidente del Consiglio Mura: "Mia figlia non può essere discriminata"

Olbia, il presidente del Consiglio Mura: "Mia figlia non può essere discriminata"

Esplode il caso degli incarichi sottosoglia. La Piccinnu (M5S): "Inopportuno affidare un lavoro a un parente stretto del presidente del Consiglio"

27 maggio 2020
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OLBIA. Il caso dell'incarico sottosoglia per 39.999 euro della municipalizzata Aspo all'avvocato Elisabetta Mura, figlia del presidente del Consiglio Gianpiero Mura, diventa tema di discussione in Consiglio comunale. A introdurlo è lo stesso presidente Mura. Nei giorni scorsi era stato il leader del Partito dei sardi, Paolo Maninchedda, a sollevare la questione sul suo blog e sulla pagina Facebook.

“Intervengo sull'articolo pubblicato dalla Nuova Sardegna - dice Mura in apertura di seduta -  in cui si dice che una persona a me vicina ha ricevuto un incarico da parte di una società vicina al Comune. Tengo a precisare questo. Non è sola, non è un abito confezionato su misura. E’ una persona che ha dei titoli, che ha pensato di essere preparata per affrontare certe problematiche e credo che abbia la libertà di proporsi per lavorare. Visti i suoi titoli e il suo curriculum è stata incaricata di fare un certo tipo di lavoro. I 39.999 dell’affidamento diretto (sopra i 40mila euro si va a gara per legge ndr) non è il riconoscimento economico, ma il plafond che può venire utilizzato o modificarsi nel tempo. Credo che non sia giusto che le persone che mi sono vicine debbano essere discriminate o debbano essere escluse perché miei parenti".

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Il presidente Mura va poi all'attacco di Maninchedda. "Questa notizia arriva dal grande sacerdote del rito di Macomer. Noi abbiamo permesso, qualcuno di noi per un piatto di lenticchie, per cinque soldi, ha permesso che il proprio territorio, la propria città venisse deliberatamente vilipesa. Perchè in ogni operazione più vile c’è sempre la figura del traditore. Se credete che quanto mi ha interessato abbia dei risvolti fate ciò che deve essere fatto, ma in modo trasparente. Senza andare a insinuare cose non oneste. Rispettiamo la sacralità di questa assemblea. Non facciamo sì che venga inquinata dalle "anime belle" pronte a dare giudizi di onestà".

Diversa la lettura del caso da parte del Movimento 5stelle. "Mi sarei aspettata un atto di coraggio da parte del presidente Mura - dice Maria Teresa Piccinnu -.  Avrei preferito che ci delucidasse sull’incarico in capo a sua figlia e che si esprimesse in modo differente sull'opportunità di un affidamento, seppur legittimo, visto che mai è stato detto che sia stato commesso un illecito. Chiedo però se sia opportuno che l'Aspo, partecipata al cento per cento del Comune, affidi un incarico diretto alla figlia del presidente del Consiglio. C’è un limite che non si dovrebbe mai superare, e noi tutti, al di là di ogni schieramento, dovremmo difendere l’adesione all’etica prima ancora della ragione politica. Qui si è fatto il contrario affidando un incarico tecnico in spregio all’etica e a favore della politica tra virgolette. Ho sentito parlare di incarico particolare. Ma, quale tipo di incarico particolare non poteva essere affidato agli altri 499 avvocati di Olbia senza bando, senza preventivi? Tutti, credo nella maggioranza avranno parenti ed amici stretti più che meritevoli di un posto di lavoro nell’istituzione: è opportuno che vengano affidati a loro? Mi pare che il tema dell’etica sia molto di attualità in questo Consiglio". (se.lu.)

 

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