La Nuova Sardegna

Olbia

Tentata strage, processo a luglio

Tentata strage, processo a luglio

Rito abbreviato e perizia psichiatrica per il giovane arrestato con una molotov in via Tienanmen

31 maggio 2020
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OLBIA. È stato il campione indiscusso della cronaca nera in città durante il lockdown per l’emergenza Covid. Furti, un’evasione dagli arresti domiciliari, droga, maltrattamenti in famiglia addirittura con la preparazione di una bottiglia molotov destinata alla madre e alla convivente. Per non parlare delle minacce e della resistenza ai carabinieri che volevano ricondurlo alla ragione. Tutto nel giro di poco più d una settimana tra fine marzo e aprile. I conti con la giustizia Marco Cocco, olbiese di 28 anni, li farà il 14 luglio: per quella data, infatti, è fissato l’inizio del processo in tribunale (seduta collegiale) con il rito abbreviato, come richiesto dal difensore del giovane, l’avvocato Giampaolo Murrighile, che ha anche chiesto una perizia psichiatrica per accertare la capacità di intendere e di volere dell’imputato. Il processo si svolgerà in collegamento audio e video con il carcere di Bancali dove Marco Cocco è detenuto dal 7 aprile scorso.

Dal giorno dell’arresto per tentata strage in via Tienanmen, infatti, Marco Cocco si è visto rigettare l’istanza di attenuazione della misura cautelare e così è rimasto in cella. Del resto, la cronaca di quella settimana parla da sola. Marco Cocco era stato fermato dai carabinieri la prima volta (era il 28 marzo), insieme a un complice, dopo aver riempito due carrelli con prodotti di qualità al Dettori Market Crai di via Barbagia, naturalmente allontanandosi senza pagare. In quel caso il giovane era finito agli arresti domiciliari. Dopo appena ventiquattro ore (quindi il 29 marzo) era stato però nuovamente arrestato, questa volta per evasione, perché violando il provvedimento del gip era uscito di casa «a cercare droga», così come lui stesso aveva confessato ai militari. Nell’udienza di convalida il giudice del tribunale aveva revocato gli arresti domiciliari e aveva concesso a Cocco l’obbligo di dimora. Pochi giorni dopo però (e siamo al 7 aprile) il giovane è stato nuovamente arrestato e, questa volta, con accuse ben più pesanti: maltrattamenti in famiglia, fabbricazione di armi e tentata strage.

Proprio quest’ultima vicenda sarà al centro del processo che si aprirà il 14 luglio in tribunale. I fatti sono questi: i carabinieri, allertati da alcuni familiari, avevano bloccato Marco Cocco mentre, al culmine di una violenta lite in famiglia, era intento a confezionare una micidiale bottiglia molotov da lanciare contro la convivente e la madre, minacciando di farlo anche nei confronti delle auto dei militari appena giunti sul posto L’ordigno era stato piazzato accanto alle bombole del gas condominiale in via Tienanmen (una traversa di via Barcellona), facendo così temere che un’eventuale esplosione in quel punto potesse procurare più gravi conseguenze. Il giovane aveva cercato di opporsi all’arresto in tutti modi: dopo aver minacciato anche i militari con la bomba molotov, si era avventato contro alcuni di loro con calci, pugni e persino lancio di sassi. Alla fine era stato immobilizzato e arrestato. Nel lungo elenco di contestazioni, oltre la tentata strage e i maltrattamenti in famiglia, ci sono quindi anche resistenza, minacce e oltraggio a pubblico ufficiale. Un campionario di reati che a suo tempo, in sede di convalida dell’arresto, aveva convinto il gip del tribunale di Tempio a disporre la custodia in carcere, a Bancali. Esattamente dove ancora oggi il giovane si trova. (m.b.)

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