La Nuova Sardegna

Olbia

Arzachena, un secolo di autonomia

di Antonello Sechi
Arzachena, un secolo di autonomia

Voto all’unanimità in consiglio comunale. «La nostra identità dai fratelli Ruzzittu e dall’addio a Tempio all’Aga Khan»

04 giugno 2020
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ARZACHENA. Arzachena c’era anche prima della Costa Smeralda, di Karim Aga Khan e della sua intuizione che partendo da Porto Cervo ha trasformato il nordovest della Sardegna in una delle zone del pianeta a più alta concentrazione di ricchi turisti. Arzachena non rinnega niente di quello che è diventato, anzi. Non potrebbe mai: la sua economia, la cultura, la società, l’identità attuale dipendono da quello che è avvenuto negli ultimi sessant’anni. Ma sente il bisogno di ritornare alle sue radici, di recuperare nell’identità moderna la comunità autonoma, e i suoi eroi, nata un secolo fa con una battaglia lunga almeno un decennio.

«Il turismo ci ha dato il benessere – spiega Rino Cudoni, presidente del consiglio comunale – ma oggi vogliamo recuperare quello che siamo stati e legarlo a ciò che siamo diventati».

L’occasione sono i cent’anni dell’addio a Tempio Pausania. Di questo si è parlato nel consiglio comunale di ieri pomeriggio, che dopo l’introduzione del sindaco Roberto Ragnedda e un dibattito senza asprezze, ha approvato all’unanimità gli indirizzi della programmazione delle celebrazioni dell’autonomia sancita per legge, la 1449, il 6 agosto 1920. Arzachena in questa ricostruzione della sua identità non ha neanche bisogno di inventarsi un mito fondante. Ce l’ha già una storia straordinaria. Quella che comincia nei primi anni del Novecento e trova la sua conclusione prima con la legge istitutiva del Comune e poi, dopo due anni di braccio di ferro con Tempio sulla delimitazione dei confini, con l’elezione del consiglio comunale nel 1922. Con due nomi su tutti, quello dei fratelli Michele e Salvatore Ruzzittu, primo sindaco del paese per acclamazione popolare.

La delibera approvata ieri ricorda i passaggi essenziali di questa storia. La nascita del “Comitato d’agitazione d’Arzachena”, la sottoscrizione nel marzo 1910 del documento “Relazione e domanda d’autonomia di Arzaghena”, la battaglia parlamentare dei deputati Pala e Lissia, la legge firmata da Vittorio Emanuele III e Giovanni Giolitti. Nel mezzo, lo straordinario blitz elettorale, l’assalto al cielo che portò Salvatore Ruzzittu, espressione della piccola frazione e delle campagne vessate dal fisco tempiese, a diventare sindaco di Tempio, la “fortezza” che rappresentava storicamente il potere e l’establishment gallurese. «Misero insieme tutte le frazioni – ricorda Rino Cudoni – e concentrarono il voto». Salvatore Ruzzittu lavorò per Arzachena autonoma da sindaco del capoluogo e nel 1922 fu, naturalmente, scelto alla guida del nuovo comune.

La delibera approvata ieri ha iniziato il suo percorso lo scorso novembre. Il coronavirus ha cambiato le carte in tavola e ad agosto non ci saranno le iniziative immaginate. Ma il programma si svilupperà in due anni. Cudoni, nel frattempo, si è già mosso. Nella polvere degli archivi, sono state recuperate le delibere approvate da quel primo consiglio comunale. Sono state ripulite, rilegate, digitalizzate e pubblicate sul web. Così è stato recuperato il primo gonfalone del paese, restaurato in un centro specializzato della penisola. Le celebrazioni e i festeggiamenti dei cento anni dell’autonomia – ha deciso il consiglio comunale – «saranno sobri ma ricchi di contenuti, rivolti al confronto e alla crescita attraverso varie iniziative le analisi storiche da parte degli studiosi del territorio». Verranno coinvolte le scuole cittadine e le Università e verranno promossi «eventi che possano coinvolgere le nuove generazioni, rendendo loro attraente l’approfondimento delle origini del territorio». Il consiglio comunale vuole che della realtà passata e odierna di Arzachena rimanga «traccia, perché venga meglio compresa in futuro, in occasione del bi-centenario dell’autonomia».

Arzachena è turismo vip, ville da sogno, yacht da record. Ma è anche un centro accogliente e orgoglioso della sua storia gallurese, di tutta la sua storia, recente e antica. È il messaggio dell’operazione identità. Così, anche fra un altro secolo, nelle celebrazioni del 2120 nel pantheon del paese ci sarà ancora Karim Aga Khan, certo. Ma ci saranno anche i fratelli Ruzzittu.

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