Un liceale gallurese intervista Cacciari
Italia post-covid: il filosofo ne parla a distanza con un diciottenne di Calangianus
13 giugno 2020
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TEMPIO. Il filosofo di grido e lo studente, l’uno di fronte all’altro, fisicamente “distanziati”, ma connessi grazie a internet e alle sue più o meno sofisticate piattaforme. Lo studente è Nicolò Inzaina, diciottenne, calangianese, studente del liceo classico di Tempio; il filosofo è, invece, Massimo Cacciari, il pensatore che anche i non addetti ai lavori hanno imparato a conoscere per le sue frequentazioni in tv e l’impegno attivo in politica come sindaco di Venezia, deputato della Camera ed europarlamentare. Chi meglio di lui potrebbe dire qualcosa di autorevole sugli effetti sociali ed economici dell’emergenza legata al Covid-19? Tramite “Zainet”, la principale testata giornalistica del mondo scolastico italiano, e a Chiara Colsanti e Lidia Gattini, autentiche talent scout di giovani reporter, Nicolò fa parte del gruppo degli studenti sardi (tutti galluresi) che scrive periodicamente sulla rivista.
Dopo aver rivolto qualche domanda a Roberto Saviano (cosa che fece insieme a due suoi compagni di classe, Gianni Bellu e Daniela Muzzu), ora ha incrociato lungo il suo percorso di promettente reporter niente meno che Massimo Cacciari. Ne è venuta fuori un’intervista che costituisce una delle chicche dell’ultimo numero di “Zainet”. La prima domanda di Nicolò, quella che deve rompere il ghiaccio e ben indirizzare il resto dell’intervista, ha riguardato il rapporto tra scienza e umanesimo. Un cavallo di battaglia dell’impegno filosofico di Cacciari, per il quale “scienza e umanesimo non sono affatto separabili, dovendo, un punto di vista umanistico, cercare di guardare oltre la pandemia e riflettere sulle sue conseguenze sociali e culturali”.
Per Cacciari, sotto questo riguardo, la gestione della crisi sarebbe stata, per il momento, esclusivamente concentrata sull’aspetto sanitario”. Come un provetto giornalista che vuole approfittare dell’occasione, Nicolò prova nell’intervista ad affondare il colpo rivolgendo a Cacciari domande sull’operato del governo e sulle possibili violazioni della Costituzione da parte delle misure adottate. Nettissima la risposta del filosofo: “L’emergenza sanitaria c’è, eccome! Tuttavia, ritengo che si sia ecceduto in decreti statalistici, centralistici, eccessivamente dettagliati». Cacciari non nasconde la sua preoccupazione e parla di scelte che saranno inevitabilmente drastiche perché occorrerà far di tutto per non aggravare disuguaglianze e ingiustizie. Se fosse al timone, procederebbe senza indugio verso la via della sburocratizzazione, del sostegno per le categorie più colpite e delle moratorie fiscali. (g.pu.)
Dopo aver rivolto qualche domanda a Roberto Saviano (cosa che fece insieme a due suoi compagni di classe, Gianni Bellu e Daniela Muzzu), ora ha incrociato lungo il suo percorso di promettente reporter niente meno che Massimo Cacciari. Ne è venuta fuori un’intervista che costituisce una delle chicche dell’ultimo numero di “Zainet”. La prima domanda di Nicolò, quella che deve rompere il ghiaccio e ben indirizzare il resto dell’intervista, ha riguardato il rapporto tra scienza e umanesimo. Un cavallo di battaglia dell’impegno filosofico di Cacciari, per il quale “scienza e umanesimo non sono affatto separabili, dovendo, un punto di vista umanistico, cercare di guardare oltre la pandemia e riflettere sulle sue conseguenze sociali e culturali”.
Per Cacciari, sotto questo riguardo, la gestione della crisi sarebbe stata, per il momento, esclusivamente concentrata sull’aspetto sanitario”. Come un provetto giornalista che vuole approfittare dell’occasione, Nicolò prova nell’intervista ad affondare il colpo rivolgendo a Cacciari domande sull’operato del governo e sulle possibili violazioni della Costituzione da parte delle misure adottate. Nettissima la risposta del filosofo: “L’emergenza sanitaria c’è, eccome! Tuttavia, ritengo che si sia ecceduto in decreti statalistici, centralistici, eccessivamente dettagliati». Cacciari non nasconde la sua preoccupazione e parla di scelte che saranno inevitabilmente drastiche perché occorrerà far di tutto per non aggravare disuguaglianze e ingiustizie. Se fosse al timone, procederebbe senza indugio verso la via della sburocratizzazione, del sostegno per le categorie più colpite e delle moratorie fiscali. (g.pu.)