La Nuova Sardegna

Olbia

L’Isola Bianca in declino la Cgil: «Subito i cantieri»

Do Marco Bittau
L’Isola Bianca in declino la Cgil: «Subito i cantieri»

Sessanta lavoratori in cassa integrazione e operativi solo quattro moli su nove Pressing sull’Authority: «La priorità sono i fondali, l’ultimo escavo è del 1993»

15 giugno 2020
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OLBIA. I numeri parlano chiaro: 60 lavoratori portuali in cassa integrazione e appena quattro ormeggi in funzione su nove disponibili. È lo scenario di crisi dell’Isola Bianca, la grande “porta d’ingresso in Sardegna”, oggi penalizzata dal tracrollo del sistema di trasporto marittimo – compreso il mercato delle crociere – e da una infrastrutturazione inadeguata. «Il porto di Olbia è penalizzato dai mancati lavori di escavo per rimodellare il fondale nel canale d’ingresso – dice la Cgil Gallura –. Lavori programmati ma mai realizzati. l’Autorità portuale sblocchi gli investimenti perché stiamo perdendo flussi di traffico».

Non è la prima volta che la Cgil Gallura denuncia la fragilità del porto di Olbia e manifesta preoccupazione per il mancato intervento delle attività di escavo. Adesso però l’emergenza sanitaria e il collasso del sistema porti-trasporti marittimi ha accelerato il processo di involuzione. «Dei 9 ormeggi dell’Isola Bianca, oggi solo 4 sono agibili – dicono Luisa Di Lorenzo, Sergio Prontu e Franco Monaco della Cgil – Questo stato di cose sta costringendo le navi passeggeri a fare la spola col porto industriale, sicuramente inadatto per questa funzione». «Abbiamo alle spalle mesi in cui la pandemia ha fortemente limitato la capacità ricettiva del Porto di Olbia – aggiunge l’organizzazione sindacale – ora che si prefigura una possibile ripartenza è inaccettabile che il mancato svolgimento di attività di ordinaria amministrazione possa in qualsivoglia modo impedire o limitare una possibile ripresa dei traffici».

Alla luce di queste considerazioni la Cgil rivolge ancora una volta un sollecito al presidente dell’Autorità portuale, Massimo Deiana, per un pronto ed efficace intervento dell’Ente da lui rappresentato. Tre le priorità: innanzitutto l’emergenza fondali, sia delle banchine che della canaletta. L’ultimo escavo è datato 1993. «Non ignoriamo le difficoltà burocratiche del problema – dice la Cgil – ma la bravura di un amministratore si misura proprio nella capacità di risolverle».

La seconda priorità riguarda il completamento del porto industriale. «L’opera è immediatamente cantierabile – doce il sindacato – e le risorse come più volte ricordato non mancano.

Terza priorità è l’approvazione in tempi rapidi del piano regolatore portuale (il Prp), già adottato dal soppresso comitato portuale del nord Sardegna. «Questo – ancora la Cgil – permetterebbe la realizzazione di tutti gli interventi di sviluppo sui porti di Olbia e Golfo Aranci attesi da tempo da quelle comunità».

«Cogliere l’opportunità di intercettare le risorse che il Governo destinerà per gli investimenti infrastrutturali nei settori strategici del sistema paese, e i porti lo sono a tutti gli effetti, è un dovere che abbiamo per questo territorio e per i 60 lavoratori portuali oggi in cassa integrazione – concludono Luisa Di Lorenzo, Sergio Prontu e Franco Monaco, sempre rivolti al presidente dell’Authority – la Cgil vuole a tutti gli effetti aprire una vertenza sullo sviluppo della portualità del territorio, ricorrendo anche a forme di mobilitazione dei lavoratori, a partire dallo sciopero sui trasporti già indetto per il 3 luglio prossimo.

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