La Nuova Sardegna

Olbia

La famiglia Mancini di Olbia: «Una fabbrica di salmoni? Quei terreni sono nostri»

Giandomenico Mele
La famiglia Mancini di Olbia: «Una fabbrica di salmoni? Quei terreni sono nostri»

I titolari contro l’accordo preliminare firmato da Cipnes e Comune. Insediamento produttivo su 19 ettari lungo la 131 Dcn: «Nessuno ci ha consultato»

23 giugno 2020
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OLBIA. La nuova fabbrica di salmoni voluta dal Cipnes e dal Comune di Olbia comincia a nuotare controcorrente. Lo stop al progetto per il nuovo insediamento produttivo sui 19 ettari affacciati sulla strada statale 131 Dcn, in direzione Olbia, al chilometro 138, arriva dai titolari dei terreni agricoli interessati dall’investimento. Nessun esproprio. Neppure una comunicazione informale. La famiglia Mancini, insieme a una quota della famiglia Decandia, è proprietaria dell’area. E non ha nessuna intenzione di cederla a Cipnes e Comune di Olbia per ospitare il nuovo polo produttivo. Contestano la delibera dello scorso 17 aprile, assunta in pieno lockdown, con la quale era stato sottoscritto l’accordo preliminare tra lo stesso Cipnes e il Comune di Olbia per la individuazione e la delimitazione di una nuova area industriale consortile. Un’area che si trova esattamente dietro Vena Fiorita, a destinazione industriale, dove potrebbero sorgere le nuove fabbriche del gruppo internazionale che opera nel settore alimentare.

La diffida. «Non avendo ricevuto risposta al quesito posto e con il rinnovato spirito di collaborazione, nell’auspicio di una soluzione bonaria – recita la lettera inviata agli enti – si rinnovano le richieste ivi contenute e si attende una risposta entro 7 giorni naturali e consecutivi dalla ricezione della presente. Qualora il suddetto termine non venga rispettato, si adirà per vie legali». I Mancini comunicano ai soggetti interessati che: i terreni indicati nella planimetria allegata all’intesa, che dovranno ospitare il nuovo insediamento produttivo, sono di loro esclusiva proprietà. Che il terreno agricolo non è né incolto né in stato di abbandono. Viene utilizzato con colture annuali, inclusa la cessione a terzi con contratto di comodato d’uso. Ma soprattutto i proprietari non hanno fino a questo momento ricevuto alcuna comunicazione formale su una eventuale modifica della destinazione d’uso dell’area. L’accordo tra Consorzio industriale e Comune di Olbia, dunque, riguarderebbe terreni dei quali gli enti non hanno la proprietà, sui quali non hanno iniziato procedure espropriative e neppure sembra possano attivarle.

I terreni. La famiglia Mancini è proprietaria di 36 ettari di terreni agricoli proprio nell’area interessata dal progetto. I 19 ettari del nuovo insediamento produttivo che dovrebbe ospitare una fabbrica per la lavorazione del salmone ricadono in gran parte nell’area di loro proprietà. Dopo una prima lettera inviata via Pec il 5 maggio agli enti interessati, per la quale non è stata ricevuta alcuna risposta, i proprietari dei terreni hanno inviato la seconda missiva. Annunciando azioni legali, se Cipnes e Comune non recederanno dal progetto sui terreni contesi e non individueranno nuove aree.

Il progetto. Il Cipnes, Consorzio industriale provinciale, ha da tempo ricevuto delle manifestazioni di interesse da parte di alcune grandi aziende, tra le quali un gruppo di livello internazionale, che opera nel settore alimentare. Chiedono spazi per nuovi insediamenti produttivi. Si tratta di grandi realtà della filiera agroalimentare, che sarà alla base del progetto Insula, la piattaforma di marketing territoriale che sta sorgendo nella zona industriale di Olbia. Uno di questi si riferirebbe a una fabbrica per la lavorazione di salmoni. Investimento confermato informalmente dai vertici del Consorzio industriale, ma sul quale ancora non si sa nulla di preciso. Un insediamento produttivo di grandi dimensioni, per il quale le aree della zona industriale di Olbia, da via dei Lidi fino a Cala Saccaia, non sono più sufficienti.

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