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Olbia

Arzachena, furto di reperti: polemica sul Consiglio top secret

Arzachena, furto di reperti: polemica sul Consiglio top secret

ARZACHENA. La minoranza continua a tenere accesi i riflettori sul furto dei reperti archeologici al museo comunale. Il colpo è stato messo a segno a maggio. Le delicate indagini sono tutt’ora in...

11 luglio 2020
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ARZACHENA. La minoranza continua a tenere accesi i riflettori sul furto dei reperti archeologici al museo comunale. Il colpo è stato messo a segno a maggio. Le delicate indagini sono tutt’ora in corso. Il gruppo Nuova Arzachena sottolinea di aver chiesto subito un Consiglio ad hoc. «Sono stati rubati – afferma la capogruppo Maria Giagoni –. Per la nostra comunità sono una straordinaria testimonianza storica e identitaria. Per noi era scontato che il sindaco dovesse informare i cittadini della perdita subita. La convocazione del presidente Rino Cudoni, arrivata dopo oltre un mese, prevedeva la seduta pubblica, ma al momento della discussione ha disposto la forma segreta, nonostante non fosse indicato nell’ordine del giorno, motivando la delicatezza delle indagini in corso». La minoranza sottolinea che nonostante la forma segreta il sindaco non ha risposto a nessuna delle loro domande, sebbene non riguardassero le indagini. «Non ha detto – spiega Giagoni –, cosa è stato rubato. Non ha confermato se esiste un inventario dei reperti consegnati dal Comune alla Geseco. Non ha detto se i reperti sono assicurati, né a chi era affidata la manutenzione degli impianti antintrusione. Il sindaco ha solo ripetuto di non essere autorizzato a dare informazioni ai consiglieri. Ci chiediamo chi lo dovrebbe autorizzare e soprattutto su quale base giuridica possa tacere a consiglieri e cittadini informazioni su un furto che presumibilmente ha cagionato un danno erariale». Quanto alle affermazioni della maggioranza sulla stampa sul luogo di custodia dei reperti “dichiarato sicuro nel 2016”, Giagoni commenta: «Sono rivelazioni singolari per ribadire la bizzarra teoria della maggioranza che i reperti rubati non fossero in custodia né al Comune né alla Geseco in quanto non erano collocati nelle sale del museo, ma nel suo deposito, all’interno dello stesso fabbricato. Se così fosse, non si comprende per quale motivo la denuncia sia stata presentata dalla direttrice della Geseco». (w.b.)

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