La Nuova Sardegna

Olbia

L’ira dei sindaci galluresi: «Sanità, subito la svolta»

di Stefania Puorro
L’ira dei sindaci galluresi: «Sanità, subito la svolta»

Arzachena, la conferenza territoriale lancia un ultimatum a Regione e Ats «Ospedali al collasso e servizi sempre più carenti: risposte certe entro 10 giorni»

14 luglio 2020
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INVIATA AD ARZACHENA. Sanità in Gallura: mai peggio di così. Gli ospedali sono al collasso per mancanza di personale, la medicina del territorio è in sofferenza totale. E i sindaci dicono basta. «Perché qui non c’è nulla che funzioni». Così lanciano un ultimatum e concedono dieci giorni di tempo alla Regione: vogliono risposte e fatti. La parola d’ordine, ora, è solo una: protesta vera. Verrà preparato un documento e si chiederà a Regione e Ats di arrivare in Gallura «per dare al territorio tutto ciò di cui ha diritto».

L’ira della conferenza socio-sanitaria rimbombava ieri mattina nell’auditorium di Arzachena. È qui che si aspettavano i vertici dell’Ats, è qui che si attendeva l’assessore regionale della Sanità. Ma non è arrivato nessuno. E in pochi hanno creduto alle tante assenze giustificate. C’era solo Pierpaolo Pani, della direzione dell’Ats. A lui il compito di far sapere, come ha detto il presidente della conferenza Antonio Satta, «che questa volta la Gallura unita non starà a guardare. Basta prendere in giro il nostro territorio, perché stiamo difendendo la vita dei nostri cittadini».

È stato il sindaco di Arzachena Roberto Ragnedda ad aprire i lavori. «La situazione che vive la nostra sanità è drammatica. E il prossimo passo saranno gli esposti. Arzachena, ed è solo un esempio, è senza pediatra da più di un anno: il commissario dell’Ats Giorgio Steri, meno di due mesi fa, aveva annunciato la chiusura della procedura. Nulla è invece accaduto». «Sono stati stoppati anche i vaccini - ha aggiunto Luca Montella, sindaco della Maddalena - e le famiglie si stanno rivolgendo ai carabinieri. Quella che stiamo attraversando è la fase peggiore mai vissuta dal nostro sistema sanitario. Non vado a elencare ciò che ripeto da tanto tempo, per il Paolo Merlo: credo di avere ottenuto la cintura nera degli scippi».

Su tutte le furie Settimo Nizzi. Il sindaco di Olbia non ha digerito la decisione assunta da Biancareddu: «Il pediatra per Tempio doveva trovarlo da un’altra parte e non portarlo via dal Giovanni Paolo II». E proprio sulla mancanza di personale, Nizzi ha ribadito «che l’emergenza è assoluta e che si sta bloccando l’unico ospedale che funziona. Non si riescono nemmeno a fare gli interventi chirurgici perché c’è un solo anestesista per turno».

Giannetto Addis, vice sindaco di Tempio, ha sottolineato la necessità «di tenere unito il territorio perché la situazione è sempre più critica. Siamo stanchi di sentirci dire che in Gallura i medici non vengono. Si deve imporre la destinazione a chi supera un concorso». «Anzi - ha aggiunto Roberto Li Gioi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, presente alla riunione - va fatto un piano di assunzioni immediato solo per la Gallura».

Le risposte tempestive da parte «di una Regione che nemmeno si fa vedere», sono quelle che pretende anche Marisa Careddu, sindaco di Luras: «Si deve ricostruire la sanità del nostro territorio e la protesta deve essere durissima». Ne sono convinti anche Domenico Mannironi, sindaco di San Teodoro, e Francesco Lai, primo cittadino di Loiri Porto San Paolo. «Inammissibile che per la Gallura non si trovino i medici, inammissibile che a San Teodoro non apra la guardia turistica - ha detto Mannironi -. Adesso servono solo le iniziative forti». «Viviamo un incubo - ha aggiunto Francesco Lai - e quel che è peggio è che da anni nessuno ci ascolta. Ora basta. Non si può andare avanti assistendo a tagli continui e a servizi annunciati che non partono. Anche le famiglie del mio Comune vivono con l’emergenza-pediatra: c’è un solo specialista a Loiri, ma chi vive a Porto San Paolo non può fare venti chilometri per portare il proprio bambino a fare una visita».



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