Olbia, le campane di San Simplicio suonano presto e forte: la polemica corre sul web
Una singolare “questione di parrocchia” finisce rosolata sulla graticola dei social network
25 luglio 2020
2 MINUTI DI LETTURA
OLBIA. I tempi cambiano e anche una singolare “questione di parrocchia” finisce rosolata sulla graticola dei social network. Tutto gira intorno alle campane della basilica di San Simplicio: suonano alle 6 del mattino e forse ad alto volume, ma nel quartiere – che pure avrebbe di che pensare tra ordine pubblico, rifiuti e schiamazzi notturni – c’è chi ha da ridire e così è partita una di quelle brighe che più social non si può.
È don Antonio Tamponi, parroco coadiutore di San Simplicio, a scegliere la via del web per raccontare la storia. Nel pomeriggio di ieri un suo post su Facebook annuncia: «Con sincerità, ieri mi hanno segnalato all’autorità competente in materia, perché avrei cambiato il microfono in basilica senza chiedere i debiti permessi. Chiaramente è falso, perché stavo diminuendo i battiti delle campane per una segnalazione del vicinato, disturbato dal primo mattino».
In pochi minuti un mare di commenti e condivisioni, soprattutto parole di solidarietà verso don Tamponi. «Farò una semplice denuncia contro ignoti – continua il sacerdote – ricordando che i reati si pagano, per i peccati fortunatamente c’è Dio che è molto più benevolo. Mentre chiarisco che chi ha tegole di vetro è bene che non tiri sassi per aria, ricordo che la prossima volta è necessario approfondire per svelenire quelle persone a cui è necessario far mettere i piedi per terra. Santa sia la Misericordia, e sulle fragilità umane nessuno di noi interviene perché siamo tutti peccatori, ma sul reato di falso è bene introdurre le cause risarcitorie. Ho esercitato cristiana pazienza nei momenti di transizione... Spero perduri».
È don Antonio Tamponi, parroco coadiutore di San Simplicio, a scegliere la via del web per raccontare la storia. Nel pomeriggio di ieri un suo post su Facebook annuncia: «Con sincerità, ieri mi hanno segnalato all’autorità competente in materia, perché avrei cambiato il microfono in basilica senza chiedere i debiti permessi. Chiaramente è falso, perché stavo diminuendo i battiti delle campane per una segnalazione del vicinato, disturbato dal primo mattino».
In pochi minuti un mare di commenti e condivisioni, soprattutto parole di solidarietà verso don Tamponi. «Farò una semplice denuncia contro ignoti – continua il sacerdote – ricordando che i reati si pagano, per i peccati fortunatamente c’è Dio che è molto più benevolo. Mentre chiarisco che chi ha tegole di vetro è bene che non tiri sassi per aria, ricordo che la prossima volta è necessario approfondire per svelenire quelle persone a cui è necessario far mettere i piedi per terra. Santa sia la Misericordia, e sulle fragilità umane nessuno di noi interviene perché siamo tutti peccatori, ma sul reato di falso è bene introdurre le cause risarcitorie. Ho esercitato cristiana pazienza nei momenti di transizione... Spero perduri».