La Nuova Sardegna

Olbia

Certificati falsi: 46 marittimi dal gup

Certificati falsi: 46 marittimi dal gup

La Maddalena, udienza preliminare fissata a ottobre. L’accusa: corsi mai eseguiti

28 luglio 2020
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LA MADDALENA. È stata fissata al 1 ottobre l’udienza preliminare per i 46 imputati coinvolti in un presunto traffico di certificati falsi relativi a corsi di formazione professionale necessari per l’imbarco. Il fascicolo sull’inchiesta condotta dalla Capitaneria di porto della Maddalena e coordinata dal procuratore Gregorio Capasso, per il quale la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati, è passato al gup Marco Contu dopo che è stata accertata l’incompatibilità del gup Caterina Interlandi (che nella veste di gip aveva disposto la proroga delle indagini), così come avevano segnalato le difese. Il 1 ottobre, dunque, il giudice dell’udienza preliminare deciderà se mandare o meno a processo gli imputati (che potranno anche chiedere riti alternativi). A beneficiare delle certificazioni false sarebbero stati marittimi in gran parte della Maddalena, ma anche di Palau, Loiri Porto San Paolo e Dorgali. Tutte persone che, secondo l’accusa, quei corsi di formazione non li avrebbero mai fatti. Stando alle accuse, al centro dell’inchiesta ci sarebbero Antonio Colantonio, 48 anni, comandante di traghetti, di Torre del Greco ma residente a Luogosanto, difeso dagli avvocati Cristina Cherchi e Giovanni Azzena, e Giovanni Ismaelito, 61 anni, anche lui di Torre del Greco (quest’ultimo ha già patteggiato con un separato procedimento). I due sono indicati come gli esecutori materiali della falsificazione dei certificati amministrativi che sarebbero stati stampati a Torre del Greco relativi a corsi di primo soccorso, antincendio e addestramento sulla sicurezza personale necessari per svolgere l’attività di navigazione. False attestazioni per corsi di formazione professionale mai seguiti che venivano rilasciate agli interessati dietro il corrispettivo di una somma di denaro (il costo varierebbe dai 1600 ai 2mila euro). Secondo le indagini, Colantonio sarebbe stato l'intermediario e il punto di collegamento fra i marittimi e il centro di produzione campano: una vera e propria stamperia allestita nell’abitazione di Ismaelito che, stando all’accusa, si occupava materialmente della produzione dei falsi sulla base dei dati anagrafici dei clienti forniti da Colantonio. Gli altri imputati sono difesi dagli avvocati Giacomo Serra, Antonello Desini, Marco Pilia, Roberto Sirena, Pier Franco Tirotto, Luca Montella, Giuseppe Bonomo, Fabio Musilli e Pier Paolo Olivieri. (t.s.)



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