La Nuova Sardegna

Olbia

«Costa Paradiso, la verità è un’altra»

«Costa Paradiso, la verità è un’altra»

La replica al sindaco del presidente della comunità sulla decisione del Tar

28 luglio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





TRINITÀ. Gianni Monterosso, presidente della Comunità di Costa Paradiso replica al sindaco di Trinità, Giampiero Carta, sul pronunciamento del Tar. Il riferimento è al ricorso presentato dalla Comunità per chiedere il blocco dei lavori di scavo iniziati il 6 luglio dopo un permesso a costruire rilasciato dal Comune a privati. «Il Tar – dice Monterosso – non ha decretato che i privati possano completare la fognatura a Costa Paradiso, ma ha detto che non intravedeva un pericolo ambientale causato dal cantiere, ribadendo che sul merito del ricorso si sarebbe occupata la sentenza fissata per il 28 ottobre: i lavori sono fermi dal giorno del nostro ricorso». Progetto e via per i lavori di ampliamento della fognatura sono di proprietà della Comunità che non ha mai concesso l’autorizzazione al loro uso, diffidando impresa e direttore dei lavori. «Sbaglia il sindaco quando dice che il Cda rifiuta il completamento della fognatura – aggiunge –. Ci stiamo battendo perché questa opera venga eseguita come da normative vigenti che regolano il sistema idrico integrato e per arrivarci, oltre al ricorso al Tar, ci siamo prodigati in tutte le sedi (Comune, Egas, Abbanoa) con incontri e conferenze arrivando a proporre una notevole partecipazione economica della Comunità, documentata in una lettera di intenti firmata anche dal sindaco, pur di uscire da una situazione che dura da decenni. Costa Paradiso, con più di 2mila unità abitative, è il motore economico del Comune con un gettito sul territorio di decine di milioni di euro vista la presenza di proprietari di case e turisti. La situazione è gravissima sia dal punto di vista sanitario-ambientale (due terzi delle case scaricano con fosse imhoff) che economico, perché la mancanza di abitabilità mette gli immobili fuori mercato. Il sindaco ha ceduto a interessi privatistici che non si addicono all’esecuzione di un’opera pubblica così importante. Dichiara di acquisire al patrimonio pubblico gli impianti idrico-fognari esistenti nel loro status quo: sarebbe ciò che la legge prevede e che il Cda chiede da sempre». (s.d.)

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative