La Nuova Sardegna

Olbia

Traffico di ferro e acciaio denunciata una famiglia

di Tiziana Simula
Traffico di ferro e acciaio denunciata una famiglia

Sviluppi nell’inchiesta sulla maxi discarica nel campo rom di Sa Corroncedda  Il Noe ha scoperto un centro di stoccaggio dove veniva venduto il materiale

02 settembre 2020
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OLBIA. Avevano creato un vero e proprio centro di stoccaggio di ferro e acciaio in un terreno alla periferia della città, a Tanca Ludos, rifiuti ferrosi ricavati da operazioni di recupero non autorizzate che avvenivano nel campo nomadi di Sa Corroncedda, a Sa Piana Manna (sotto sequestro da quasi un anno). Ferro e acciaio recuperati e puliti venivano accumulati negli scarrabili, pronti per essere venduti. Lì, andavano ad approvvigionarsi ditte di demolizione del cagliaritano. Un’attività illecita – dal trasporto non autorizzato dei rifiuti ferrosi al traffico del materiale – scoperta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Sassari, delegati dalla Procura di Tempio di condurre le indagini sul disastro ambientale della maxi discarica di Sa Corroncedda.

I militari del Noe hanno denunciato tre componenti della famiglia bosniaca Sulejmanovic per trasporto non autorizzato e traffico illecito di rifiuto e il proprietario del terreno, mentre l’attività investigativa sta ora proseguendo per individuare demolitori e imprese demolitrici che acquistavano ferro e acciaio a Tanca Ludos.

Dagli accertamenti eseguiti è emerso che l’attività svolta dai Sulejmanovic non era iscritta all’Albo gestori ambientali, iscrizione obbligatoria per chi svolge attività di raccolta e trasporto di rifiuti, e che emettevano comunque i formulari (documento di accompagnamento del trasporto dei rifiuti, effettuato da un trasportatore autorizzato).

Da quegli accertamenti sono risaliti al sito di Tanca Ludos, dove, in un vasto terreno avevano sistemato numerosi cassoni nei quali raccoglievano – pronti per essere venduti – ferro e acciaio proveniente dal campo rom dove venivano accumulate montagne di rifiuti di ogni genere.

Alcune denunce negli ultimi mesi sono scattate anche da parte della polizia locale, coordinata dal comandante Giovanni Mannoni. Nel corso di sopralluoghi, gli agenti hanno sorpreso diverse famiglie che un tempo vivevano nel campo rom mentre costruivano case senza alcuna autorizzazione e in zone a rischio idrogeologico. Tre le denunce per abuso edilizio.

Resta ancora sotto sequestro e nelle mani del custode giudiziario (il responsabile del settore Ambiente del Comune, Antonello Zanda), l’ex campo nomadi. I sigilli erano stati disposti dal gip del tribunale di Tempio Marco Contu su richiesta del procuratore Gregorio Capasso e del sostituto Nadia La Femina che indagano sulla bomba ecologica di Sa Corroncedda.



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