La Nuova Sardegna

Olbia

Il re della vodka Tariko cittadino olbiese

di Serena Lullia
Il re della vodka Tariko cittadino olbiese

L’imprenditore russo ha ricevuto l’onorificenza in Consiglio: «In 30 anni non ho mai tradito questa terra e non andrò via»

23 settembre 2020
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OLBIA. La città adotta il re della vodka. Il magnate russo Roustam Tariko da ieri è olbiese onorario. Nel 2010 staccò un assegno di 100mila euro consentendo all’Olbia calcio di iscriversi al campionato di Eccellenza. Per poi diventare proprietario della società dei bianchi l’anno successivo. Allora ricevette dal sindaco Gianni Giovannelli l’attestato di benemerenza civica.

Le motivazioni per le quali da ieri Tariko siede nell’olimpo dei cittadini onorari insieme all'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e all'armatore di Tirrenia-Moby Vincenzo Onorato sono contenute nella delibera con cui il consiglio comunale ha detto sì al conferimento della cittadinanza stellata. Le legge emozionato il sindaco Settimo Nizzi. «Imprenditore di fama mondiale che più volte ha manifestato il proprio attaccamento alla comunità sostenendo diversi progetti come quello dell’Olbia calcio, risollevando le sorti della squadra e consentendole l’accesso alla categoria di Eccellenza con l’allora presidente Pino Scanu. Nell’ultimo decennio è stato primo sostenitore di iniziative sociali e culturali in collaborazione con il Comune finalizzate al sostegno dei soggetti più fragili e a salvaguardia del patrimonio storico culturale olbiese». Tariko, cittadino del mondo con villa a Porto Rotondo e un patrimonio stimato di un miliardo di dollari, riceve con gratitudine la pergamena che certifica l’acquisizione della cittadinanza onoraria. È lui stesso a raccontare il legame con l’Italia e la Sardegna. «Sono andato via dalla Russia quando ancora era Unione sovietica su invito di Giordano Putzu che per primo ha creduto nelle mie idee quando ero ancora studente – dice Tariko –. Insieme siamo riusciti a stabilire un bel lavoro di business per interscambi sociali, culturali e professionali. Studiavo italiano con i dirigenti Eni, Fiat, Olivetti. Allora non sapevo dove mi avrebbe portato la mia storia. Ora, se guardo indietro, a tutto quello che è successo in questi anni considero la mia vita qui in Sardegna e a Olbia non solo come una grande fortuna, ma come un destino. Sono successe parecchie cose, sono nati tanti bambini, mia madre ha vissuto quasi tutta la sua vita. Il mio marchio che ha avuto successo in 85 paesi del mondo l’ho disegnato sotto il sole e sotto il ginepro della mia casa, forse perché lì ero davvero felice. Questo è per me un momento importante, un riconoscimento che mi lega ancora di più a questa terra e ai suoi abitanti». Infine una dichiarazione d’amore a Olbia. «Non ho mai tradito questa terra – conclude –. Vivo qui con la mia famiglia, i miei bimbi, qui lavoro e ho i miei colleghi. Più vado avanti più sono certo che di non avere alcuna intenzione di andare via da questo paese. Mi trovo bene a Olbia, in Sardegna e in generale in Italia. Grazie a tutti per questo riconoscimento». E subito si candida a contribuire al finanziamento del monumento per ricordare le vittime dell’alluvione del 2013.

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