La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, minacce di morte a una guardia giurata

di Tiziana Simula
Olbia, minacce di morte a una guardia giurata

L’incubo si ripete dopo 13 anni. La Procura apre un’inchiesta. Il vigilante terrorizzato ha deciso di non andare più al lavoro

03 ottobre 2020
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OLBIA. «Brutto bastardo ancora non hai capito con chi hai a che fare. Pagherai». L’incubo delle minacce di morte gli è piombato addosso all’improvviso, aprendo la busta della posta recapitata all’indirizzo della sua abitazione. Paure già vissute per una guardia giurata che da anni lavora come stagionale al Consorzio Costa Smeralda. Già pesantemente minacciato nel 2007, insieme a un collega. Mai avrebbe immaginato di rivivere dopo tredici anni, la stessa drammatica situazione. Una sorta di remake di quella che a suo tempo è stata definita la guerra dei vigilantes. Un dramma umano che si consuma tra i lavoratori che garantiscono la sicurezza dei ricchi residenti della Costa Smeralda.

Del caso se ne sta già occupando la Procura di Tempio. Che, in seguito alla querela presentata dal vigilante, ha aperto un fascicolo contro ignoti per risalire ai responsabili di quelle minacce.

Due le lettere intimidatorie ricevute dalla guardia giurata, una a pochi giorni di distanza dall’altra, recapitate per posta, nel mese di giugno. All’interno della busta, un foglio di carta bianco e la scritta in stampatello. Dopo la prima doccia fredda, la seconda. «Pezzo di m... se non la smetti farai la fine che ti meriti. Andrai presto a fare compagnia a tuo padre». Cioè in cimitero.

La guardia giurata, a quel punto, ha afferrato le due lettere ed è andata al comando della Guardia di finanza di Olbia dove ha sporto una dettagliata querela nella quale ha ricordato anche come tredici anni prima fosse già stato vittima di minacce di morte simili. Allora a essere finiti nel mirino delle intimidazioni erano stati lui e un suo collega di lavoro. Le minacce erano arrivate via sms sul telefonino. «Licenziati subito o ammazzeremo tua madre». E ancora «bastardo la pagherai», erano alcuni dei messaggi ricevuti dai vigilantes. Scattò subito la denuncia ai carabinieri e la Procura aprì un’inchiesta. Sulla vicenda è poi calato il silenzio. L’indagine non portò agli sviluppi e alla svolta sperata dalla guardia giurata.

A distanza di tredici anni da quei fatti, la storia si ripete. Ancora minacce. Una situazione diventata insostenibile per l’uomo, ripiombato nell’angoscia e nella paura. Tanto da prendere la decisione di non andare più al lavoro, di non affrontare la nuova stagione lavorativa temendo che quelle intimidazioni siano legate all’ambiente di lavoro. Alla Procura della repubblica chiede che siano individuati i responsabili e che venga tutelata la sua incolumità: dal momento in cui ha ricevuto le due lettere ha smesso di vivere serenamente la sua vita, ormai quotidianamente condizionata da stress e terrore.

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