Botte e insulti alla ex: Ragatzu a giudizio
di Tiziana Simula
L’ex calciatore del Cagliari e dell’Olbia è accusato di maltrattamenti e stalking. La prima udienza in tribunale a luglio
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OLBA. La partita più difficile la giocherà in un’aula di tribunale dove dovrà difendersi da pesanti accuse. Daniele Ragatzu, attaccante 29enne, attualmente svincolato, ex calciatore del Cagliari e dell’Olbia, sarà processato. Ieri il gup Caterina Interlandi lo ha rinviato giudizio per maltrattamenti e stalking nei confronti della sua ex compagna. Il processo comincerà il 15 luglio 2021. Rigettata l’eccezione del suo difensore, l’avvocato Filippo Pirisi, del Foro di Cagliari, che contestava l’ammissibilità, fra le prove, dei messaggi scambiati per telefono fra l’imputato e il padre della vittima.
L’ex attaccante del Cagliari, prestato per tre stagioni all’Olbia e poi ritornato ai rossoblù che ha lasciato il 31 agosto scorso alla scadenza del suo contratto, era stato travolto dall’inchiesta giudiziaria dopo la denuncia della sua fidanzata diventata poi convivente, assistita dall’avvocato Cristina Cherchi.
Ragatzu deve difendersi dalle accuse di aver maltrattato e vessato per un anno la donna, costringendola perfino a lasciare il posto di lavoro e a non uscire di casa senza di lui. Un comportamento violento dettato da una gelosia ossessionante. Che, secondo l’accusa, sostenuta in aula dal pubblico ministero Luciano Tarditi, non si sarebbe fermato neanche durante la gravidanza della ragazza e neppure dopo la separazione da lui, quando la giovane era ritornata ad abitare con la sua famiglia, anche questa minacciata dal calciatore.
«Daniele, vista la tipologia di imputazione, comprende la decisione del gup ma allo stesso tempo è sereno e fiducioso che i giudici del dibattimento, nel contraddittorio, sapranno verificare i reali accadimenti, dargli la più corretta lettura e giudicare con la dovuta oggettività e completezza», ha commentato il suo difensore, al termine della camera di consiglio.
I fatti contestati sarebbero accaduti tra l’ottobre del 2016 e l’ottobre del 2017, quando l’attaccante militava nell’Olbia. Un anno di inferno, secondo le accuse. Con un crescendo di vessazioni e violenze.
I maltrattamenti sarebbero cominciati da subito, con quotidiane scenate di gelosia, violenti litigi a aggressioni fisiche e verbali, ma anche con continue pretese di soldi. Richieste diventate sempre più frequenti ed esose fino a prosciugare il conto corrente della sua fidanzata. La gelosia sarebbe diventata sempre più ossessionante, tanto da impedirle di frequentare amici e colleghi, costringendola a un certo punto anche a licenziarsi dal lavoro. Poi, sarebbero cominciati anche gli schiaffi e i calci. Continuati anche quando lei era rimasta incinta. Stando alle accuse della Procura, la giovane sarebbe stata continuamente mortificata con insulti ed espressioni offensive, colpita in diverse occasioni, con la minaccia di “farla abortire”.
Una convivenza diventata sempre più difficile, anche per via dei problemi economici. Fino a quando la giovane ha deciso di allontanarsi dal calciatore e di ritornare a vivere con i suoi genitori. Ma anche dopo la separazione, lui avrebbe continuato a minacciare e a molestare l’ex convivente. E anche la sua famiglia, tanto da costringere il padre della vittima a non andare al lavoro per un periodo e a restare a casa per proteggere i familiari. Finché, sprofondata nell’ansia e nella paura, ha deciso di rivolgersi al suo legale e di denunciare tutto. Accuse pesanti dalle quali, ora, il calciatore, dovrà difendersi nel processo.
L’ex attaccante del Cagliari, prestato per tre stagioni all’Olbia e poi ritornato ai rossoblù che ha lasciato il 31 agosto scorso alla scadenza del suo contratto, era stato travolto dall’inchiesta giudiziaria dopo la denuncia della sua fidanzata diventata poi convivente, assistita dall’avvocato Cristina Cherchi.
Ragatzu deve difendersi dalle accuse di aver maltrattato e vessato per un anno la donna, costringendola perfino a lasciare il posto di lavoro e a non uscire di casa senza di lui. Un comportamento violento dettato da una gelosia ossessionante. Che, secondo l’accusa, sostenuta in aula dal pubblico ministero Luciano Tarditi, non si sarebbe fermato neanche durante la gravidanza della ragazza e neppure dopo la separazione da lui, quando la giovane era ritornata ad abitare con la sua famiglia, anche questa minacciata dal calciatore.
«Daniele, vista la tipologia di imputazione, comprende la decisione del gup ma allo stesso tempo è sereno e fiducioso che i giudici del dibattimento, nel contraddittorio, sapranno verificare i reali accadimenti, dargli la più corretta lettura e giudicare con la dovuta oggettività e completezza», ha commentato il suo difensore, al termine della camera di consiglio.
I fatti contestati sarebbero accaduti tra l’ottobre del 2016 e l’ottobre del 2017, quando l’attaccante militava nell’Olbia. Un anno di inferno, secondo le accuse. Con un crescendo di vessazioni e violenze.
I maltrattamenti sarebbero cominciati da subito, con quotidiane scenate di gelosia, violenti litigi a aggressioni fisiche e verbali, ma anche con continue pretese di soldi. Richieste diventate sempre più frequenti ed esose fino a prosciugare il conto corrente della sua fidanzata. La gelosia sarebbe diventata sempre più ossessionante, tanto da impedirle di frequentare amici e colleghi, costringendola a un certo punto anche a licenziarsi dal lavoro. Poi, sarebbero cominciati anche gli schiaffi e i calci. Continuati anche quando lei era rimasta incinta. Stando alle accuse della Procura, la giovane sarebbe stata continuamente mortificata con insulti ed espressioni offensive, colpita in diverse occasioni, con la minaccia di “farla abortire”.
Una convivenza diventata sempre più difficile, anche per via dei problemi economici. Fino a quando la giovane ha deciso di allontanarsi dal calciatore e di ritornare a vivere con i suoi genitori. Ma anche dopo la separazione, lui avrebbe continuato a minacciare e a molestare l’ex convivente. E anche la sua famiglia, tanto da costringere il padre della vittima a non andare al lavoro per un periodo e a restare a casa per proteggere i familiari. Finché, sprofondata nell’ansia e nella paura, ha deciso di rivolgersi al suo legale e di denunciare tutto. Accuse pesanti dalle quali, ora, il calciatore, dovrà difendersi nel processo.