La Nuova Sardegna

Olbia

Truffa da 375mila euro alla concessionaria Glm

Truffa da 375mila euro alla concessionaria Glm

Tre dipendenti olbiesi accusati di aver intascato gli incassi delle vendite. Sono già stati licenziati

28 ottobre 2020
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OLBIA. Un buco in cassa di 375mila e 743 euro. A tanto ammonta l’ammanco accertato dalla Procura ai danni della concessionaria di auto Glm di Olbia di Luciano Mele e del figlio Pinuccio (amministratore delegato della Glm spa). Sotto inchiesta sono finiti tre dipendenti dell’attività di via degli Arrotini (tutti e tre licenziati), i quali, stando alle accuse del sostituto procuratore Nadia La Femina avrebbero messo in piedi, in concorso tra loro, una serie di raggiri di natura contabile, intascandosi somme che trattenevano dalle vendite delle auto.

La Procura ha chiuso l’inchiesta nei confronti di Davide Russu, responsabile delle vendite, Ivan Iavarone, addetto alle vendite, e Raffaella Calamusa, impiegata amministrativa con mansioni di immatricolazione e verifica cassa, tutti e tre di Olbia, difesi rispettivamente dagli avvocati Marco Pettita, Antonello Desini ed Emanuela Provenzano. Sono accusati di truffa aggravata.

L’inchiesta condotta dalla guardia di finanza, al comando del capitano Carlo Lazzari, era partita in seguito ad una denuncia presentata in Procura dai proprietari della concessionaria, assistiti dall’avvocato Ivano Iai, che avevano rilevato pesanti ammanchi nelle casse dell’azienda. Secondo le accuse del pm, i tre avrebbero trattenuto dagli incassi delle vendite negli anni 2017, 2018, e 2019 una somma complessiva pari a 375mila e 743 euro, costituita da 14mila 500 euro per la vendita dell’usato, oltre 160mila euro per la vendita del “nuovo”, e 74mila euro inerenti agli ammanchi di cassa. I tre, stando a quanto emerso dall’inchiesta, avrebbero messo in atto una serie di “comportamenti infedeli”: avrebbero richiesto agli acquirenti delle auto somme di denaro in contante superiore a quanto consentito, omesso di annotare nel registro prima nota cassa le somme effettivamente ricevute dai clienti e scrivendo invece cifre inferiori, sopravalutando gli usati e sottostimando il valore del nuovo, comunicando alla sede centrale di Sassari della Glm come destinate alla rottamazione auto che invece venivano rivendute a privati, senza annotare il ricavato della vendita. E ancora, tenendo la contabilità aziendale in modo irregolare con cifre scritte in modo illegibile o sbagliate, piene di cancellature e sbianchettature.

I difensori dei tre indagati rigettano ogni accusa. «Il mio assistito è totalmente estraneo a questa vicenda, gravemente diffamatoria, infamante e lesiva del suo buon nome. Perseguiremo con ogni strumento chi attenta alla sua onorabilità mediante accuse prive di qualsivoglia fondamento», commenta l’avvocato Pettita, difensore di Russu. «La lettura del capo di imputazione non nego abbia destato in me notevole stupore in quanto il mio assistito, un semplice addetto alle vendite, mai avrebbe potuto integrare le condotte contestate – dice l’avvocato Desini che assiste Iavarone –. All’esito dell'esame degli atti di indagine non escludo di depositare una contro denuncia a tutela della sua onorabilità». (t.s.)

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