La Nuova Sardegna

Olbia

Ora la discarica del Cipnes diventa un caso nazionale

Ora la discarica del Cipnes diventa un caso nazionale

Il consigliere regionale del M5s Li Gioi riesce a portare la discussione al ministero «L’inquinamento è certificato dagli esami. Il Governo ascolta le nostre ragioni»

30 ottobre 2020
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OLBIA. La discarica di Spiritu Santu diventa un problema ambientale di rilevanza nazionale. Il consigliere regionale del M5s, Roberto Li Gioi, riesce a portare fino al ministero dell’Ambiente il dossier sul cimitero dei rifiuti arrampicato sulla collina di Spiritu Santu. Sono cominciate infatti le interlocuzioni con la Segreteria tecnica del ministro Sergio Costa.

In videoconferenza si è svolta la prima riunione. L'esponente pentastellato ha illustrato la cronistoria della discarica, partendo dal 1991, anno della sua nascita, sino ad arrivare ai giorni nostri. «Ho posto l’accento in particolare su alcuni aspetti di fondamentale importanza come i dati sull'inquinamento certificato emersi dal Piano di caratterizzazione commissionato dal Cipnes alla società Arcadis di Milano e pubblicati nel mese di novembre del 2018». Li Gioi ha messo in evidenza anche gli aspetti economici. «In particolare i numerosi finanziamenti ottenuti negli anni dal Cipnes, proprietario dell’impianto, per realizzare delle bonifiche che non sono mai state fatte – sottolinea l’esponente del M5s – e gli aspetti giudiziari che ruotano attorno al sito. Parlo quindi dei procedimenti penali avviati dalla Procura di Tempio e il recente esposto presentato da oltre 800 cittadini alla Procura generale della Corte d'appello di Cagliari. «La discarica si trova a 500 metri dall'ospedale Mater Olbia e adiacente all’area marina protetta di Tavolara – ha sottolineato Li Gioi durante il colloquio –. Inoltre insiste su un’area a fortissima vocazione turistica. È fondamentale andare finalmente a fondo sullo stato di inquinamento della zona che stando ai dati ufficiali emersi è altamente preoccupante. Il superamento delle concentrazioni della soglia di contaminazione risulta infatti ampiamente oltrepassato in 24 dei 29 pozzi piezometrici controllati». Solo una settimana fa era emerso come il problema della discarica non sia più solo degli abitanti di Olbia ma anche di quelli di Porto San Paolo. I miasmi che si sollevano dall’impianto arrivano fino al mare. Durissima la denuncia del sindaco di Loiri, Francesco Lai, rimasta inascoltata dal Cipnes. «L’interlocuzione col ministero è un primo passo importante che i cittadini di Murta Maria aspettavano da tempo. La segreteria tecnica del ministero, capita la gravità della situazione, non ha esitato a prendere in esame il problema garantendo la massima disponibilità. Presto un corposo dossier sarà sul tavolo dei funzionari ministeriali che potranno così prendere visione di tutti i dati, atti e autorizzazioni che hanno caratterizzato la storia di un sito che da oltre trent'anni rappresenta un incubo per i residenti di Murta Maria e Porto San Paolo e di migliaia di turisti». (se.lu.)

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