La Nuova Sardegna

Olbia

«You like banana»: processo per tentata violenza

«You like banana»: processo per tentata violenza

Golfo Aranci, giovane marocchino accusato di essersi abbassato i pantaloncini davanti a una turista

26 novembre 2020
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GOLFO ARANCI. «Excuse me? You like banana!». Così si era rivolto Lahcen Nasroallah, un giovane marocchino alla turista milanese che si allontanava di corsa dalla spiaggia. Lui, allora 19enne, l’avrebbe inseguita sfiorandole il braccio senza riuscire ad afferrarla e dopo essersi abbassato i pantaloncini le avrebbe detto urlando con insistenza proprio così: You like banana! Questo è perlomeno quanto ha denunciato la turista ai carabinieri di Porto Rotondo e quanto è riportato nel capo d’imputazione. Il marocchino è finito a processo con l’accusa di tentata violenza sessuale.

Per motivi di salute, la parte offesa che doveva essere sentita ieri, non era presente in udienza. Sono stati sentiti invece due carabinieri della caserma di Porto Rotondo che avevano raccolto la sua denuncia.

Il fatto era accaduto nel giugno 2018 nella spiaggia delle conchiglie di Punta Marana, a Golfo Aranci. La turista era uscita dall’acqua e il giovane marocchino si era avvicinato a lei. Si era seduto a fianco e aveva cominciato a chiacchierare. Ma la donna, intimorita, considerata l’assenza di altri bagnanti, aveva afferrato la sua borsa, ci aveva infilato dentro tutte le sue cose e, preso il proprio cane al guinzaglio, si era allontanata velocemente. Lui, stando al capo d’imputazione, l’avrebbe inseguita, raggiungendola e sfiorandole il braccio. E pronunciando quella frase con i pantaloncini abbassati. La turista era corsa via raggiungendo la sua macchina e precipitandosi nella caserma dei carabinieri. Il comando provinciale di Sassari aveva spiegato che la turista non aveva riportato ferite, ma era rimasta visibilmente turbata a causa della brutta avventura. «Pur non essendoci stato alcun rapporto tra i due – era stata la precisazione – considerato che il marocchino le ha appena sfiorato il braccio senza riuscire ad afferrarla ed è fuggita, la violenza si è concretizzata comunque con il mero atto di libidine nei confronti di una persona che si trova in una condizione di inferiorità».

«Non l’ho neanche sfiorata», aveva detto in lacrime al giudice il ragazzo, difeso dall’avvocato Christian Cicoria. Lahcen Nasroallah era stato rimesso in libertà.

Il processo chiarirà quanto accaduto. (t.s.)

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