«Emergenza personale e reparti in tilt»
La Fsi Usae risolleva il problema degli organici in ospedale: «Si deve assumere»
29 novembre 2020
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OLBIA. L’emergenza personale, al Giovanni Paolo II, si aggrava sempre di più. E in tutti i reparti si lavora nel totale affanno. A sostenerlo è il segretario territoriale della Fsi Usae Vito Langiu che ha ricevuto decine di segnalazioni a causa degli organici fortemente sottodimensionati sia nell’ospedale olbiese, che in quelli di La Maddalena e Tempio.
«Un problema cronico, di cui si parla da anni e che non è mai stato risolto - dice Langiu -. Ma in questo momento, per la pandemia, la situazione è precipitata. Molti gli operatori costretti alla quarantena perché risultati positivi al Covid, altri sono comunque isolati per precauzione perché qualche congiunto è stato colpito dal virus. Se a questo si aggiungono eventuali infortuni o una semplice impossibilità a recarsi al lavoro, si entra in uno stato di criticità incontrollabile».
Ed ecco qualche numero: «Ventidue infermieri (due dei quali non coprono le notti) devono dividersi in tre reparti: sala di Anestesia, Rianimazione e area Covid. E alcuni - precisa Langiu - sono costretti a fare anche un doppio turno: di mattina nell’area grigia e la notte in rianimazione (dove sino a tre giorni fa turnavano soltanto tre medici, considerato che altrettanti sono in malattia). Almeno 25, tra infermieri e Oss, gli operatori che hanno contratto il virus e che sono in isolamento domiciliare».
Critica anche la situazione in Emodinamica, «che garantisce un servizio h12 e non più h24. Qui, in tutto il mese di ottobre e sino al 20 novembre, hanno operato solo 4 infermieri (due al mattino e due al pomeriggio.) Come organizzazione sindacale - chiude Langiu -chiediamo un piano di immediate assunzioni per sopperire alla carenza di organico. Tra l’altro sono state bloccate anche le ferie di tutto il personale e, di conseguenza, si aggiunge la stanchezza fisica e mentale degli operatori che può ripercuotersi sull’assistenza al paziente». (s.p.)
«Un problema cronico, di cui si parla da anni e che non è mai stato risolto - dice Langiu -. Ma in questo momento, per la pandemia, la situazione è precipitata. Molti gli operatori costretti alla quarantena perché risultati positivi al Covid, altri sono comunque isolati per precauzione perché qualche congiunto è stato colpito dal virus. Se a questo si aggiungono eventuali infortuni o una semplice impossibilità a recarsi al lavoro, si entra in uno stato di criticità incontrollabile».
Ed ecco qualche numero: «Ventidue infermieri (due dei quali non coprono le notti) devono dividersi in tre reparti: sala di Anestesia, Rianimazione e area Covid. E alcuni - precisa Langiu - sono costretti a fare anche un doppio turno: di mattina nell’area grigia e la notte in rianimazione (dove sino a tre giorni fa turnavano soltanto tre medici, considerato che altrettanti sono in malattia). Almeno 25, tra infermieri e Oss, gli operatori che hanno contratto il virus e che sono in isolamento domiciliare».
Critica anche la situazione in Emodinamica, «che garantisce un servizio h12 e non più h24. Qui, in tutto il mese di ottobre e sino al 20 novembre, hanno operato solo 4 infermieri (due al mattino e due al pomeriggio.) Come organizzazione sindacale - chiude Langiu -chiediamo un piano di immediate assunzioni per sopperire alla carenza di organico. Tra l’altro sono state bloccate anche le ferie di tutto il personale e, di conseguenza, si aggiunge la stanchezza fisica e mentale degli operatori che può ripercuotersi sull’assistenza al paziente». (s.p.)