La Nuova Sardegna

Olbia

La Maddalena, la storia di Antonello in lotta contro le barriere

di Walkiria Baldinelli
Antonello Tovo
Antonello Tovo

Lo skipper Antonello Tovo: «Nell'isola uffici e spiagge inaccessibili a chi sta in carrozzina. C'è molto da fare»

04 dicembre 2020
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LA MADDALENA. La barca a vela e il mare lo hanno aiutato ad accettare la malattia e a convivere con una sedia a rotelle. Antonello Tovo, 45 anni, dopo aver scoperto di avere la sclerosi multipla ha gradualmente riorganizzato il suo mondo. Al centro di tutto la passione per la vela, sport praticato e insegnato a quanti affrontano un percorso simile a quello che lui ha vissuto 7 anni fa.

«Non sono un eroe – sottolinea – , sono un amante della vita, del mare e della barca a vela. La mia esperienza testimonia che malattia e disabilità sono uno stimolo per rendere più vivibile il luogo in cui si è nati e cresciuti. Alla Maddalena ci sono posti accessibili, altri restano un miraggio per chi è su una carrozzina».

Nella Giornata internazionale della disabilità il racconto di Tovo è uno stimolo a invertire la rotta dell’indifferenza e a trovare soluzioni concrete per aprire nuovi varchi d’accesso a luoghi ed edifici. Proposte concrete, non critiche alle istituzioni «perché cambiare passo prima di tutto è una questione culturale. Ancora oggi – dice –, dobbiamo fare i conti con alcuni pregiudizi. Le barriere culturali sono senza dubbio le prime da abbattere, ma vanno anche eliminate quelle oggettive».

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Antonello, laurea in Storia contemporanea a Pisa, un pezzo di vita a Milano, ha scelto di vivere alla Maddalena, la compagna Teresa è al suo fianco da quattro anni. E ha trasformato la passione per la barca a vela in lavoro. «Ho fatto lo skipper e l’istruttore di vela – racconta –. Poi è arrivata la malattia, ma l’amore verso il mare e la vela ereditato da mio padre mi ha dato lo sprint di cui avevo bisogno. Oggi vorrei vivere di più la mia isola, abbattere le barriere architettoniche serve a rendere La Maddalena più accogliente, accessibile e inclusiva».

Il suo elenco delle proposte è lungo. Tra queste c’è l'ufficio informazioni turistiche che dovrebbe essere posizionato in un luogo centrale e accessibile. «Non con quattro gradoni all’ingresso. Un disabile che sbarca sull’isola ha difficoltà anche con i mezzi pubblici. Eppure le vacanze sono per tutti. A volte il problema è raggiungere le spiagge. In città ci sono pendenze incredibili, ad esempio quella d’accesso al marciapiede dell’ufficio postale è del 45%, va bene per i carrelli portapacchi non per una sedia a rotelle. A volte per chi ha una disabilità motoria è sufficiente una rampa mobile per accedere a negozi, bar e ristoranti, uffici, studi medici, farmacie, scuole. Quanto ai posteggi non è il cartellino che dà diritto a uno spazio di sosta, ma la persona a bordo. Ci devono essere adeguate aree di manovra. Insomma, un paese più sicuro per una persona con disabilità è un posto migliore per tutti».
 

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