La Nuova Sardegna

Olbia

Il pm: «Rapina alle Poste, tre a processo»

di Tiziana Simula
Il pm: «Rapina alle Poste, tre a processo»

Chiesto il rinvio a giudizio per un giovane di Padru e due di Lula accusati di aver messo a segno il colpo da 38mila euro

21 dicembre 2020
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LOIRI PORTO SAN PAOLO. I carabinieri l’avevano chiamata operazione Timer. E questo perché i banditi, prima di fuggire col bottino, avevano dovuto attendere l’apertura temporizzata della cassaforte per ben trenta minuti. Dal piccolo ufficio postale di Vaccileddi, frazione di Loiri Porto San Paolo, il 4 dicembre 2017, erano riusciti a portare via, 38mila e 500 euro. Erano stati arrestati in tre per quella rapina a mano armata. E per tutti e tre, ora, il pubblico ministero Nadia La Femina chiede il rinvio a giudizio: Franco Paolo Chessa, 38 anni, di Lula e Pier Franco Muscau, 31 anni, anche lui di Lula, sono ritenuti gli autori materiali della rapina e della sua pianificazione, mentre a Carlo Gusinu, 36 anni, residente a Padru, gli inquirenti contestano di aver concorso al colpo effettuando i sopralluoghi e dando ai malviventi supporto subito dopo l’assalto armato, aiutandoli a fuggire e a nascondere armi e auto.

L’udienza davanti al gup Marco Contu è fissata a gennaio.

Dopo tre mesi di indagini, i militari, con un blitz tra Lula e Padru, avevano smantellato quella che, secondo gli inquirenti, era la banda che aveva rapinato l’ufficio postale di Vaccileddi. Erano finiti in manette, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, Carlo Gusinu e Pier Franco Muscau, mentre a Franco Paolo Chessa, il provvedimento era stato notificato nel carcere di Badu ’e Carros dove si trovava per un’altra rapina, quella alle Poste di Onifai, commessa due mesi dopo.

Erano circa le 9 del mattino e l’ufficio di Vaccileddi aveva aperto da poco quando tre persone fecero irruzione nella sede che si affaccia su via Santa Giusta. Avevano il volto coperto da passamontagna e in mano pistola, fucile a canne mozze e una mazza. All’interno due clienti e al di là dello sportello il direttore e una dipendente. Con la minaccia delle armi avevano fatto sdraiare faccia a terra i clienti e sfondato con la mazza la porta a vetri blindata, intimando ai due impiegati di consegnare il denaro. Il commando era fuggito con 38mila euro a bordo di una Mazda 2 di colore grigio dopo aver atteso trenta minuti che il timer della cassaforte scattasse. I carabinieri avevano controllato i movimenti delle auto della zona, visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza e passato al setaccio le celle dei telefoni cellulari. Una serrata attività investigativa che aveva condotto ai presunti responsabili per i quali la Procura chiede il processo. I tre respingono le accuse. Gusinu si è sempre proclamato estraneo alla vicenda. Il Riesame, accogliendo le richieste del difensore Giampaolo Murrighile, aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e lo aveva rimesso in libertà. Chessa è difeso dall’avvocato Nazarena Tilocca, Muscau da Luigi Esposito e Caterina Calia.

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