La Nuova Sardegna

Olbia

Radio Pedra Bianca vive ancora

di Paolo Ardovino
Radio Pedra Bianca vive ancora

Paolino Gusinu conserva e cura i dischi e gli impianti di una delle prime emittenti libere dell’isola

24 dicembre 2020
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PADRU. Il freddo è pungente, il cielo uggioso; Sa Pedra Bianca è la frazione più remota di Padru. Gli abitanti non arrivano a 200. Il luogo è a misura di bambino, più che d’uomo. Eppure, si divide tra zona alta e zona bassa, nuova e vecchia, quella dove abita gran parte delle persone e quella delle case storiche in pietra che per raccontarne le origini si parla di secoli. Eppure, è un luogo che ha da sempre mantenuto la voglia di farsi sentire – sarà la posizione, lassù. Succede che esiste un gruppo folk, da più di 40 anni. E succede che quando impazzava l’era delle radio libere, la radio principale di buona parte del nord-Sardegna era proprio Radio Pedra Bianca.

Scuola e radio. Durò vent’anni, dal 1974 sino ai primi ’90. Lo racconta Paolo Gusinu, per tutti Paolino, l’animo creativo del paese, l’ideatore della radio. «Esistevano i club di amici con cui si passava del tempo ad ascoltare la musica – dice davanti alla casupola che divenne la prima sede della piccola emittente – Era di mia nonna. Qui nacque un gruppo, con altri giovani appassionati. Studiavo a Olbia ma il mio divertimento era qui, non vedevo l’ora di venire nel fine settimana. Ero appassionato di elettronica, comprai una rivista che aveva in omaggio un kit per creare una radio fm. Lo modificai, collegai il filo al tetto, si sentiva fino ad Alà».

Il segnale si allarga. Paolo Gusinu si sposta nella parte alta di Pedra Bianca. Via Giovanni XXIII, la casa della zia, a quel punto una vera e propria antenna posta tra le rocce nel punto più alto permetteva di estendere le frequenze. «Cominciavano a nascere tante radio, a Olbia ce n’erano quattro o cinque, poi a Buddusò, a Pattada, però dai paesi vicini ascoltavano noi. E all’inizio alcuni venivano a vedere perché non credevano che potessimo davvero trasmettere da qui». Niente vanterie, solo fierezza e voglia di rispolverare bei ricordi. Ora in quello studio è rimasta l’erba alta. «Si era creato un giro di ragazzi e ragazze che avevano passione, erano ben disposti a mettere i dischi, a parlare in radio».

Cantanti e canzoni. Terza tappa verso casa Gusinu, dove è presente la memoria della radio. Scaffali colmi di dischi, 33 e 45 giri. Due giradischi, un paio di casse, mixer, microfoni. Poster di Beatles, Rolling Stones, Ac/Dc. Il tempo si è fermato. Sul bancone un foglio riporta la hit parade con i «singoli più venduti del 1975»: primo Baglioni con “Sabato pomeriggio”, poi Mina (“L’importante è finire”) e “Piange il telefono” di Modugno e Guadagno. Ultima, 56esima, “Happy people” dei Temptations. Tutto è ancora funzionante, Paolino un vinile e lo appoggia sul giradischi. Parte “Heart of glass”, Blondie: «Nei primi anni, Radio Pedra Bianca era tra le pochissime emittenti della Sardegna. Cominciai a telefonare ai numeri delle case discografiche che vedevo stampati nelle copertine dei vinili. Iniziarono a inviarci i dischi delle loro uscite». «Il gusto era non far capire, quando si facevano i mash-up, il momento in cui passavi da una canzone all’altra», in mezzo, le dirette parlate, le chiamate con gli ascoltatori. Paolino conserva tutto com’era, lui che è stato anche figura politica di Buddusò e Padru e si è sempre impegnato a mantenere una certa vivacità a Sa Pedra Bianca. Che oggi lotta per non restare spopolata.

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