La Nuova Sardegna

LURAS. Si potrà visitare fino a domenica 10 gennaio il presepe gigante della Confraternita di Santa Croce, quest'anno nella chiesa parrocchiale del Rosario. Ha compiuto 35 anni, ma non nella sua solita collocazione: la chiesetta di Santa Croce, davanti a quella del Rosario. Il Covid gli ha cambiato necessariamente lo spazio. «Ci vuole tempo e molto contatto con le persone – spiega il priore Pier Paolo Cabras - non c'era quest'anno la possibilità di fare grandi cose a causa della pandemia. Abbiamo, però, pensato di farlo comunque. In accordo con il parroco don Alessandro Piga, che ringraziamo sempre per il supporto, l’abbiamo fatto occupando una parte dell'altare».

A Luras il presepe rappresenta la tradizione religiosa che incontra quella locale e si sposa in una rappresentazione, ogni anno, diversa. I personaggi, infatti, vestono sardo e provengono da altre chiese. I pastori, la Madonna, San Giuseppe, tutti portano i copricapi della tradizione locale. La prima edizione risale al 1985, quando un gruppo di giovani della Confraternita diede vita al primo presepe che riproduceva gli angoli tipici del paese. Da allora il presepe è diventato “sardo” e ha tenuto la stessa impronta ancora oggi. (s.d.)