La Nuova Sardegna

Olbia

le crociere che non ci sono 

La Smeralda all’orizzonte, ma è vuota

La Smeralda all’orizzonte, ma è vuota

L’ammiraglia della Costa in transito tra Tavolara e Golfo Aranci

04 gennaio 2021
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OLBIA. Gigante per gigante. Il profilo imponente della Costa Smeralda, ammiraglia della flotta da crociera dello storico armatore genovese (oggi costola della Carnival corporation), sfila davanti alla sagoma maestosa di Tavolara. L’immagine colta ieri pomeriggio dalla strada panoramica Olbia-Golfo Aranci, è bellissima, ma anche un po’ beffarda, emblema della stagione crocieristica spazzata via dal Covid nel 2020 e, più in generale, del turismo costretto ai minimi termini dall’emergenza sanitaria. Giusto per alleviare il dolore, si potrebbe pensare a un segno benaugurante per l’anno nuovo. Come dire, il turismo ripartirà e ritorneranno anche le navi da crociera.

Per ora la Costa Smeralda è solo una nave in transito nella costa nord orientale della Sardegna. Anzi, in trasferimento. Insieme al resto della flotta (già avvistato nei giorni scorsi nel golfo di Orosei) attende ordini e disposizioni da parte dell’armatore circa la sua nuova destinazione. Significa che a bordo non ci sono passeggeri, ma solo l’equipaggio e gli addetti ai servizi. Non sono previsti scali, così la nave resta alla fonda o effettua solo piccoli spostamenti.

Ultima nata in famiglia, la Costa Smeralda sinora è rimasta ai margini del circuito crocieristico in Sardegna. A dispetto del nome che porta, la nave non ha mai fatto tappa all’Isola Bianca e in Gallura nessuno prima l’aveva vista. Nel 2020 ha effettuato tra ottobre e novembre solo qualche scalo a Cagliari, insieme alla Costa Deliziosa e alla Costa Diadema. Insomma, le briciole di un mercato ex fiorente, azzerato dalla pandemia. Ora si guarda al 2021. Più con speranze che con solide certezze. L’augurio è che si possa riprendere a pieno regime già dalla prossima primavera e, a questo proposito, l’Autorità portuale è già alla ricerca di nuove compagnie per rilanciare il mercato. Lo stop del 2020 ha lasciato comunque ferite profonde e perdite economiche vistose, nei porti ma anche e soprattutto nell’economia cittadina che anche da turismo da crociera trae sostentamento.

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