La Nuova Sardegna

Olbia

Nascite multietniche in Gallura: 860 bambini nel 2020, il 17% ha genitori stranieri

Nascite multietniche in Gallura: 860 bambini nel 2020, il 17% ha genitori stranieri

Tra le partorienti registrate a Olbia 39 sono residenti alla Maddalena, 29 a Tempio e 59 nei comuni del Distretto di Tempio

09 gennaio 2021
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OLBIA. Nel 2020 in Gallura sono nati 860 bambini, l'anno precedente erano stati 936. Un calo dell'8%, legato principalmente alla riduzione dei parti delle neo mamme straniere.

A questi si devono aggiungere un centinaio di donne che rischiavano di partorire prima della 34esima settimana, e da Olbia sono state indirizzate verso il Centro di secondo livello delle Cliniche Universitarie di Sassari che garantisce, a differenza della struttura olbiese, l’assistenza neonatologica con terapia intensiva.

Tra le partorienti registrate a Olbia nel 2020, 39 sono donne residenti a La Maddalena, 29 a Tempio Pausania e 59 in comuni del Distretto di Tempio Pausania. Le mamme di nazionalità straniera all’interno della struttura gallurese sono state nel corso dell’anno appena passato 148, pari al 17% dei parti, percentuale che negli ultimi anni sta andando sempre più riducendosi, confermando una contrazione delle nascite in particolare tra le coppie straniere, passate dai 277 parti del 2014 ai 212 del 2017 ai 148 del 2020.

Anche quest’anno l’ospedale olbiese si caratterizza per la sua multietnicità: nel reparto materno-infantile il 17% del totale delle partorienti non è Italiano e le mamme provengono da 34 Paesi diversi.

Il numero maggiore di neo mamme proviene dalla Romania con 42 parti; seguita da Marocco con 18 nati e dalla Ucraina e Albania (con 8 parti ciascuno).

“E’ importante notare, rispetto al passato, come il numero delle straniere si stia notevolmente riducendo, passando dal 21% delle partorienti del 2019 al 17% del 2020, un fenomeno legato alla crisi economica e accentuato dalla pandemia in corso, che ha portato molti stranieri presenti stabilmente in questo territorio a fare rientro nei propri paesi di origine La pandemia in corso ha sicuramente accentuato la denatalità legata a fatti socio-economici e infettivi. Un altro fenomeno che ha sicuramente portato alla contrazione delle nascite è la sospensione della partoanalgesia, legata alla carenza in Gallura di anestesisti che possano garantire nell’arco delle 24 ore il servizio”, spiega Antonio Rubattu, direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia.

“Grazie al percorso delle gravide covid, che ora grazie al nuovo container dedicato al triage ostetrico ginecologico risulta esser completo e sicuro, siamo stati in grado di confinare il virus fuori dal reparto, registrando oltre 6.000 donne che non sono passate dal pronto soccorso, e a cui abbiamo garantito assistenza, come piccoli e grandi interventi , visite urgenti, garantendo anche assistenza a tre parti e un taglio cesareo in pazienti positive al covid e che non si potevano trasferire in sicurezza in ospedale Covid+”, conclude Rubattu.

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