La Nuova Sardegna

Olbia

Per il Mancini bocciato spesi già oltre due milioni

di Serena Lullia
Per il Mancini bocciato spesi già oltre due milioni

Le risorse pubbliche utilizzate per la maggior parte nelle indagini sui terreni Il progetto Technital dovrà ricominciare l’iter e ottenere tutte le autorizzazioni

10 gennaio 2021
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OLBIA. Insieme al Piano Mancini, bocciato dalla Regione, finiscono al macero due milioni e 300mila euro di soldi pubblici. Mentre la politica si faceva la guerra, il progetto di messa in sicurezza antialluvione approvato dal consiglio comunale nel 2014, andava avanti anche se con passo da bradipo. Sette anni per arrivare a un passo dalle gare di appalto.

Soldi, soldi, soldi. Circa 600mila euro sono stati spesi per la progettazione. Costi contenuti perché per il Mancini ci si è affidati a una consulenza esterna, quella del docente di ingegneria idraulica del Politecnico di Milano, Marco Mancini, e alle competenze interne, tecnici comunali e regionali. Un milione e 700mila euro è stato speso per le indagini geologiche e geotecniche per le vasche di laminazione. Sono in sintesi le radiografie del terreno. Esami fondamentali per definirne natura, stratificazione, erosione, condizioni delle falde acquifere. Per ogni lotto erano state fatte regolari gare di appalto. Quelle analisi dei terreni oggi non servono a nessuno.

Nuove indagini. Il progetto Technital, sostenuto dal sindaco Settimo Nizzi, prevede sì una vasca di laminazione, ma a Putzolu. Per poterla realizzare i terreni dovranno essere sondati. Come anche quelli in cui dovrà passare il canale scolmatore, ossia la galleria in cui verranno dirottati i fiumi. L’ingegnere Simone Venturini, padre del piano Technital, ipotizza un percorso di 11-12 chilometri con un diametro di 9 metri. All’interno, per capirci, passano due mezzi in contemporanea. Nel caso in cui venisse invece abolita l’opzione della vasca a Putolzu, la galleria scolmatrice verrà raddoppiata. Sarà a doppia canna, cioè a due corsie.

Le tre vie. Il futuro del Piano Mancini è segnato. La giunta del presidente Christian Solinas ha espresso parere negativo recependo le motivazioni dello Svi, Servizio valutazioni impatti ambientali. Motivazioni tecniche già contestate dalla struttura del Commissario ai tempi del preavviso di diniego e considerate superabili. Autorizzazioni, smaltimento di scavi di cava, gestione di sedimenti, impatto acustico. Per riesumarlo ci sarebbero due strade, tutte virtuali. Un ricorso al Tar o l’autorizzazione a ripresentare la Via, la valutazioni di impatto ambientale con alcune correzioni. C’è poi la terza opzione, che porta dritto a Tempio. La Procura indaga sui tempi da era geologica del Piano Mancini.

Sub commissario. Di sicuro il sindaco Nizzi ha già chiesto al presidente Solinas di nominarlo sub commissario per portare avanti il Technital. Negli uffici cagliaritani si preparano gli atti propedeutici per accontentarlo.

Si ricomincia. Come prima cosa il Piano Technital dovrà diventare formalmente tale. Oggi è solo uno studio di fattibilità, anche se dettagliato. Cambiare progetto di messa in sicurezza impone poi una modifica dell’atto di pianificazione, cioè del Pai, operazione che spetta all’Agenzia di distretto idrografico. Poi bisognerà liberare le risorse statali e modificare l’accordo di programma datato 2015, sottoscritto dal presidente della Regione Sardegna e dal presidente del Consiglio. E via via ottenere tutte quelle autorizzazioni, Genio Civile, Soprintendenza, Ufficio tutela ambientale, Agenzia distretto idrografico che il Mancini aveva già in tasca. Più la Via su cui è stato affondato.

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