La Nuova Sardegna

Olbia

lutto nell’imprenditoria 

Addio a Iervolino, re delle lavanderie industriali e della tivù

Addio a Iervolino, re delle lavanderie industriali e della tivù

OLBIA. Si è spento Gianni Iervolino, per lunghi anni protagonista della imprenditoria e dell’editoria radiotelevisiva olbiese. L’imprenditore è morto all’età di 76 anni a causa di una malattia. Di...

12 gennaio 2021
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OLBIA. Si è spento Gianni Iervolino, per lunghi anni protagonista della imprenditoria e dell’editoria radiotelevisiva olbiese. L’imprenditore è morto all’età di 76 anni a causa di una malattia. Di origini campane, ha legato il suo nome ad aziende come la Cartoplastica, specializzata nella produzione e nella vendita di prodotti per la casa, a cominciare da quelli con il marchio Marbo, e poi della Biancasarda, la lavanderia industriale rilevata nel 1976 dall’Aga Khan e trasformata in un piccolo impero industriale, che occupava circa 150 persone. L’azienda, che con gli anni era stata ribattezzata Clea, lavava lenzuola, asciugamani, tovaglie ecc. degli alberghi della Costa Smeralda e di molte strutture ricettive della Sardegna, oltre che di diverse aziende sanitarie. Nel 1984 lo sbarco nella televisione, con l’acquisto dell’emittente Teleregione dall’imprenditore Francesco Cassitta, seguita più tardi da quello di Radio Internazionale. Teleregione, diventata Cinquestelle Tivù con l’adesione al circuito nazionale e il trasferimento negli studi della zona industriale, è stata per anni uno dei protagonisti dell’emittenza privata regionale, in concorrenza con Videolina e Sardegna 1, ma con il baricentro a Olbia e nel nord Sardegna. Fino alla crisi che ha portato al fallimento e alla perdita del lavoro per giornalisti e tecnici. Più fortunata la vicenda di Radio Internazionale, che ieri ha ricordato il suo editore. L’eclisse della tivù è coincisa con la crisi della lavanderia industriale, con conseguenti guai giudiziari. Alla fine dello scorso novembre, l’imprenditore era stato chiamato in causa dalla Cgil per la situazione della lavanderia Sebon, dove i 38 lavoratori erano senza stipendio da tre mesi. Iervolino, ed è stato il suo intervento, aveva subito risposto: la famiglia ha ceduto il controllo della società e mantiene solo una quota di minoranza.

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