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Covid, troppe restrizioni avvocati sul piede di guerra

Covid, troppe restrizioni avvocati sul piede di guerra

TEMPIO. Condividono le esigenze di contenimento della pandemia ma lamentano il mancato confronto sulle decisioni assunte nell’ultimo decreto datato 12 dicembre che impone misure eccessivamente...

14 gennaio 2021
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TEMPIO. Condividono le esigenze di contenimento della pandemia ma lamentano il mancato confronto sulle decisioni assunte nell’ultimo decreto datato 12 dicembre che impone misure eccessivamente restrittive che si concretizzano, di fatto, in una chiusura totale del tribunale agli avvocati, con l’impossibilità di poter svolgere il loro ruolo. Misure che, proprio perché così drastiche, avrebbero dovuto essere concertate tra tutti i soggetti che nel palazzo di giustizia ci lavorano e, quindi, anche con gli avvocati, in virtù di quella collaborazione col tribunale già avviata positivamente negli ultimi mesi. Il malumore dilaga. Così il consiglio dell’Ordine degli avvocati ha deciso di consultare gli iscritti per valutare l’opportunità di intraprendere iniziative di protesta. Non potendoci essere l’assemblea per via del Covid, saranno consultati per via telematica (dal 18 gennaio). Le opzioni riguardano l’astensione dalle udienze civili e penali nel rispetto del codice di autoregolamentazione, l’astensione simbolica di una giornata, la proclamazione dello stato di agitazione, ma anche l’ipotesi di nessuna protesta. Il presidente del consiglio dell’Ordine Carlo Selis chiarisce: «Gli avvocati e il tribunale hanno avviato un’intensa e proficua collaborazione volta a rimediare ai tanti e noti problemi dell’ufficio gallurese. Senza alcuno spirito polemico ma con intento costruttivo, il consiglio dell’Ordine ha ritenuto di prendere posizione in merito ad alcuni provvedimenti assunti in ragione dell’emergenza Covid che molti iscritti hanno reputato non tenere nella giusta considerazione il ruolo degli avvocati nella gestione quotidiana della giustizia».

Il decreto adottato impedisce, ad esempio, agli avvocati qualsiasi contatto con le cancellerie e i magistrati al di là delle udienze da celebrarsi necessariamente in presenza (quelle con testimoni) e gli appuntamenti per consultare i fascicoli, debitamente motivati e filtrati dal front office. Vietate le comunicazioni telefoniche: nessuno risponde al centralino, né agli interni delle cancellerie. (t.s.)

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