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Olbia

«La sede del Parco deserta e a pezzi»

«La sede del Parco deserta e a pezzi»

La Maddalena, l’allarme del consigliere dell’ente Esposito «Il covid non giustifica lo stato degli uffici di via Giulio Cesare»

25 febbraio 2021
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LA MADDALENA. Abbandono e uffici chiusi. Ok, c’è il Covid e c’è lo smart working che tiene il personale a casa ma un ente pubblico come il Parco nazionale della Maddalena non può essere un deserto, peraltro sempre più in degrado. A descrivere così la sede del Parco dell’arcipelago non è l’oppositore di turno ma un dirigente dello stesso ente, Michele Esposito, esponente di Leu, che fa parte del direttivo come “rappresentante della comunità del parco”.

«Il Parco nazionale di La Maddalena – afferma –, come tutti gli enti pubblici, ha conosciuto nell’ultimo anno le ben note difficoltà legate all’emergenza sanitaria e, com’è normale, ha fatto ricorso a quegli strumenti previsti dalla legge - in primis il lavoro agile - per adeguare le proprie attività ai nuovi standard di sicurezza e di prevenzione. Tali misure, tuttavia, sembrano aver gettato lo stabile di via Giulio Cesare in una condizione di abbandono e di degrado». Da diversi mesi – spiega Esposito – «molti uffici risultano praticamente chiusi. Servizi fondamentali come quello tecnico, l’ufficio relazioni con il pubblico, l’ufficio affari generali e la ragioneria sono completamente sguarniti. Per l’utente che si presenta in sede lo spettacolo è desolante: l’Ente risulta praticamente vuoto, non ci sono informative capaci di fornire un numero di telefono o un altro genere di contatto a cui rivolgersi, molte stanze sono chiuse a chiave e dunque inaccessibili anche ai componenti del consiglio direttivo». All’abbandono – prosegue il consigliere – «si aggiunge uno stato di degrado che non fa davvero onore all’immagine di una pubblica amministrazione: gli ambienti risultano evidentemente sporchi, con intonaci scrostati e cavi elettrici a vista. Un habitat evidentemente malsano sia per gli impiegati (pochi ora) che vi lavorano che per i visitatori». Secondo Esposito, «l’Ente può mantenere gli standard di sicurezza sanitaria garantendo al contempo l’apertura al pubblico. Sarebbe sufficiente, da parte del direttore, destinare almeno un dipendente per ufficio. Così facendo sarebbero fatte salve le disposizioni in materia di distanziamento e l’erogazione dei servizi essenziali in presenza». Il consigliere chiude con l’augurio «che il fabbricato possa tornare quanto prima nelle condizioni di decoro che si addicono a un Parco nazionale».

Alla fine dello scorso novembre, il parco ha avviato la procedura per assegnare i lavori di manutenzione, per circa 100mila euro, dello stabile di via Giulio Cesare.

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