Nelle foto di Lisetta Carmi le due anime della Gallura
di Marco BIttau
In mostra al museo Man di Nuoro il reportage in Sardegna negli anni Sessanta Dai sugherifici di Calangianus alle critiche severe alla nascente Costa Smeralda
25 febbraio 2021
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OLBIA. Dal nascente miracolo turistico della Costa Smeralda al sudore dei sugherifici di Calangianus, c’è un pezzo significativo di Gallura nella straordinaria mostra fotografica che documenta il reportage in Sardegna di Lisetta Carmi, tra il 1962 e il 1976, allestita al museo Man di Nuoro. Tra tanta Barbagia e Baronia, salta agli occhi una straordinaria serie di scatti realizzati alternando con macchine Rolleiflex e Leica che mostrano nude e crude – come solo la stampa in bianco-nero sa rendere – tutte le contraddizioni della Gallura di quegli anni. Da una parte il lavoro duro negli stabilimenti per la lavorazione del sughero a Calangianus, dall’altra la costruzione di Porto Cervo e la nascita della Costa Smeralda che da lì ai successivi cinquant’anni trasformerà l’economia locale. Tradizione e modernità, appunto.
Sono scatti che fanno discutere. Prima di tutto perché lo sguardo affaticato dei lavoratori di Calangianus stride non poco con quello incantato dei giovanissimi Carolina e Alberto di Monaco in vacanza a Porto Cervo. E poi perché lo sguardo di Lisetta Carmi davvero non è benevolo nei confronti di Porto Cervo e della nascente industria delle vacanze di lusso. Al contrario, la fotografa parla espressamente di speculazione. Come riferisce Giovanni Battista Martini nell’introduzione al catalogo della mostra, «Lisetta Carmi si reca sulla costa dove è stato ultimato da poco tempo il complesso di Porto Cervo per documentare con una cinquantina di scattii vari edifici e ambienti». Martini riferisce anche che in una nota autografa sul retro di un provino si legge “Sardegna - Porto Cervo (architetto Luigi Vietti, case pseudo-antiche); Cala di Volpe, speculazione Aga Khan”.
Non solo, la stessa Lisetta Carmi precisa ulteriormente il suo severo giudizio critico sull’operazione Costa Smeralda e lo fa sempre utilizzando le didascalie che l’autrice prepara per far veicolare le foto attraverso le agenzie. Così si legge: “Sardegna: Cala Volpe sulla Costa Smeralda. Il famoso albergo fatto costruire da Karim: costruzione che vorrebbe rifarsi allo stile popolare, ma che riesce soltanto ad essere assurda e irrazionale. Davanti alla porta dell’albergo vigila giorno e notte una guardia gurata armata al servizio del Consorzio”. E poi ancora: “Sardegna: Porto Cervo sulla Costa Smeralda (42 chilometri di costa sono oggi properietà di Karim). Il villaggio progettato da Luigi Vietti è già soprannominato dai sardi Disneyland. Ne ha infatti tutte le caratteristiche”. Insomma, una clamorosa stroncatura che va però inserita nel contesto del dibattito aperto in quegli anni di fronte alla nascita della Costa Smeralda. Dibattito peraltro mai completamente sopito ancora oggi in Sardegna.
Resta comunque il fatto che gli scatti di Lisetta Carmi raccolti nella mostra “Voci allegre nel buio – Fotografie in Sardegna 1962-1976”, allestita al museo Man di Nuoro, sono davvero straordinari. Potenti, affilati come lame ma sinceri, perfettamente calati nella realtà di allora. Una sintesi perfetta della Gallura che stava per spiccare il volo. Contraddizioni comprese.
@marcobittau. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Sono scatti che fanno discutere. Prima di tutto perché lo sguardo affaticato dei lavoratori di Calangianus stride non poco con quello incantato dei giovanissimi Carolina e Alberto di Monaco in vacanza a Porto Cervo. E poi perché lo sguardo di Lisetta Carmi davvero non è benevolo nei confronti di Porto Cervo e della nascente industria delle vacanze di lusso. Al contrario, la fotografa parla espressamente di speculazione. Come riferisce Giovanni Battista Martini nell’introduzione al catalogo della mostra, «Lisetta Carmi si reca sulla costa dove è stato ultimato da poco tempo il complesso di Porto Cervo per documentare con una cinquantina di scattii vari edifici e ambienti». Martini riferisce anche che in una nota autografa sul retro di un provino si legge “Sardegna - Porto Cervo (architetto Luigi Vietti, case pseudo-antiche); Cala di Volpe, speculazione Aga Khan”.
Non solo, la stessa Lisetta Carmi precisa ulteriormente il suo severo giudizio critico sull’operazione Costa Smeralda e lo fa sempre utilizzando le didascalie che l’autrice prepara per far veicolare le foto attraverso le agenzie. Così si legge: “Sardegna: Cala Volpe sulla Costa Smeralda. Il famoso albergo fatto costruire da Karim: costruzione che vorrebbe rifarsi allo stile popolare, ma che riesce soltanto ad essere assurda e irrazionale. Davanti alla porta dell’albergo vigila giorno e notte una guardia gurata armata al servizio del Consorzio”. E poi ancora: “Sardegna: Porto Cervo sulla Costa Smeralda (42 chilometri di costa sono oggi properietà di Karim). Il villaggio progettato da Luigi Vietti è già soprannominato dai sardi Disneyland. Ne ha infatti tutte le caratteristiche”. Insomma, una clamorosa stroncatura che va però inserita nel contesto del dibattito aperto in quegli anni di fronte alla nascita della Costa Smeralda. Dibattito peraltro mai completamente sopito ancora oggi in Sardegna.
Resta comunque il fatto che gli scatti di Lisetta Carmi raccolti nella mostra “Voci allegre nel buio – Fotografie in Sardegna 1962-1976”, allestita al museo Man di Nuoro, sono davvero straordinari. Potenti, affilati come lame ma sinceri, perfettamente calati nella realtà di allora. Una sintesi perfetta della Gallura che stava per spiccare il volo. Contraddizioni comprese.
@marcobittau. ©RIPRODUZIONE RISERVATA